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Guerra in Ucraina, ultimo bollettino sulla strage di Bucha: 360 vittime

Strage di Bucha

Al bollettino delle vittime relativo alla strage di Bucha si aggiungono altri 40 civili. Si tratta di uno degli episodi più crudeli della guerra in Ucraina.

La strage di Bucha è passata già alla storia per essere stato uno dei peggiori massacri durante la guerra in Ucraina. Non trovano pace i cittadini e i familiari delle vittime, in quanto il bollettino dei decessi continua ad aumentare e si aggiungono altre 40 persone trovate senza vita.

Guerra Ucraina, si aggrava il bilancio della strage di Bucha

Lyudmyla Denisova, commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino, ha dichiarato su Telegram che “secondo le autorità cittadine, risultano al momento complessivamente 360 civili uccisi, compresi almeno 10 bambini”. L’ultimo bollettino di guerra era fermo a 320 vittime, con oggi se ne aggiungono dunque 40. Intanto arrivano altre dichiarazioni di Denisova secondo cui Kadyrov, il leader dei ceceni, abbia stabilito il suo quartier generale a Bucha. Denisova ha inoltre parlato delle vittime civili a Mariupol, tra cui il regista lituano Mantas Kvedaravicius. La commissaria per i diritti umani ha dichiarato: “E’ stato fatto prigioniero dai razzisti, che poi gli hanno sparato. Gli occupanti hanno gettato il corpo del regista nella strada. La moglie, rischiando la propria vita, ha portato il suo corpo fuori dalla città bloccata e portato in Lituania. La vera causa della morte del regista non è stata annunciata prima che lei si fosse messa in sicurezza”.

Youtube blocca la Camera bassa russa

A dare la notizia di questo blocco è stata proprio la Duma di Stato di Mosca. La Camera bassa dell’Assemblea federale russa ha dichiarato, attraverso il suo ufficio stampa, che “Google ha bloccato il canale YouTube di Duma TV. Aveva più di 145.000 abbonati e i nostri video hanno ricevuto oltre 100 milioni di visualizzazioni in totale”. Questa restrizione non ha però frenato il parlamento russo, che continuerà a trasmettere le sue sessioni e i suoi interventi sui canali streaming RuTube e VKontakte. Inoltre, si servirà anche dell’app di messaggistica istantnena Telegram.

I russi a Chernobyl toccano scorie radioattive a mani nude

Un ingegnere ucraino ha dichiarato al New York Times che i russi entrati a Chernobyl hanno completamente trascurato il pericolo delle scorie nucleari. Molti di loro, infatti, hanno toccato con tranquillità del materiale radioattivo a mani nude. L’ingegnere Valeriy Simyonov, ha fatto l’esempio di un soldato russo che ha estratto cobalto-60, esponendosi ad un rischio fin troppo elevato. Alle dichiarazioni dell’ingegnere Simyonov, si aggiungono quelle del ministro dell’Energia ucraino German Galushchenko. Il ministro ha fatto sapere che “i sodati russi che hanno scavato trincee vicino alla centrale nucleare di Chernobyl non hanno più di un anno di vita”.

Continuano i crimini di guerra, donna violentata ed uccisa

Si apprende dall’archivio online creato dal governo di Kiev per documentare i crimini di guerra russi, che una donna è stata violentata per 7 giorni da un soldato russo che le aveva promesso di portarla via dalla guerra. Dopo che la vittima di stupri si è rifiutata di assecondare il militare, quest’ultimo l’ha uccisa davanti agli occhi della madre malata. Questa storia l’ha raccontata su Facebook un’amica della vittima.

Makariv, aumenta il bilancio delle vittime

Vadano Tokar, primo cittadino di Makariv, ha dichiarato ai microfoni di un inviato dell’ANSA che “il bilancio è salito a 133 morti, ci sono state diverse torture, con cadaveri rinvenuti con le mani legate, e almeno due casi di donne stuprate e poi uccise: una di queste è stata sgozzata. Abbiamo trovato i corpi”.

Da Mosca annunciano che l’Ucraina non vuole rispettare la Convenzione di Ginevra

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha dichiarato che l’Ucraina non è intenzionata a rispettare la Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra. A tal proposito, Zakharova ha inoltre aggiunto che ” i Paesi occidentali sono consapevoli delle gravi violazioni delle leggi umanitarie internazionali a danno dei prigionieri di guerra russi, ricevono tutte le informazioni e stanno anche cercando di aiutare le autorità ucraine a evitare la responsabilità”.

Putin si affida ad un generale che ha combattuto in Siria

Alexander Dvornikov è un ex veterano della guerra in Siria ed è stato chiamato da Vladimir Putin per riorganizzare le operazioni in Ucraina. L’intento della Russia è quello di migliorare il coordinamento delle sue unità. I comandi dei vari gruppi operativi dell’esercito russo sono sempre stati indipendenti e questa è stata una delle cause dei fallimenti della Russia in Ucraina.