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Haiti in mano a bande criminali rivali: migliaia di omicidi e stupri in strada

Port-au-Prince

Il timone dello Stato giace incustodito e a Port-au-Prince bande criminali rivali compiono quotidianamente decine di violenze sui civili: ad Haiti non sono più assicurati i servizi essenziali, si rischia il collasso

Persone uccise e donne stuprate in strada. Succede a Port-au-Prince, capitale di Haiti, sempre di più a rischio collasso: mentre il timone dello Stato giace incustodito, nella città bande criminali rivali compiono quotidianamente decine di violenze sui civili.

Novantadue bande criminali

Sarebbero novantadue – anche se c’è chi ne conta duecento – le associazioni malavitose che concorrono a minacciare il Paese caraibico. Bande di strada che hanno condotto il sistema sanitario al tracollo e con esso la gestione della sicurezza, in alcun modo garantita dai pochissimi agenti di polizia presenti. Nessun aiuto poi dalla comunità internazionale: mentre i diritti fondamentali vengono lesi e più della metà della popolazione di Haiti è in condizione di insicurezza alimentare (circa un terzo della popolazione non ha accesso ad acqua potabile), il resto del mondo non dà segnali.

La fragile situazione politica

Dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moise nel 2021, è stato il primo ministro Ariel Henry a sostituirlo. Fino a gennaio 2023 quando, scaduto il mandato dei senatori, Haiti ha perso l’ultima parvenza di rappresentatività democratica. Non eletto democraticamente e anche per questo criticato dalla popolazione, Henry ha creato un consiglio costituito da tre persone, espressione della società civile, dei partiti politici e del settore privato: a esso il compito di rendere il Paese sufficientemente sicuro per lo svolgimento di elezioni democratiche, la riforma della costituzione e l’attuazione di riforme economiche. Qualcosa è andato storto.