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Bimbo morto a due anni a Longarone per aver ingerito droga, il padre vuole patteggiare: eviterà il carcere

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Il padre del bimbo morto a Longarone per aver mangiato ragù condito con dell’hashish eviterà il carcere se accetterà il patteggiamento.

Nicolò Feltrin, il bimbo morto a Longarone a due anni, è deceduto dopo aver mangiato del ragù mescolato con l’hashish: per il tragico accaduto, il padre del piccolo eviterà il carcere se accetterà il patteggiamento che gli è stato proposto.

Hashish nel ragù, bimbo morto a Longarone: il padre eviterà il carcere con il patteggiamento

Diego Feltrin, papà del piccolo Nicolò morto il 28 luglio 2022 dopo aver ingerito sostanze stupefacenti, potrebbe non trascorrere neppure un solo giorno in carcere. Stando alle ricostruzioni effettuate dalla Procura, l’uomo avrebbe somministrato dell’hashish al bimbo di due anni, mescolandolo alla pasta al ragù che gli aveva preparato. “Verosimilmente, lo scopo era quello di farlo stare tranquillo e di addormentarlo”, ha scritto il pm in merito alla tragedia.

L’accusa ha chiesto un accordo di patteggiamento a 24 mesi per l’accusa di omicidio colposo e morte come conseguenza di reato. Nel caso in cui l’uomo dovesse accettare il patteggiamento, brucerà la condizionale ma eviterà la detenzione.

Il processo e la ricostruzione dell’accusa

Nella mattinata di giovedì 14 dicembre, in occasione dell’udienza che si è tenuta in tribunale a Belluno, è stato deciso un rinvio tecnico all’11 gennaio 2024. La difesa ha anticipato che, nella prossima udienza, sarà chiesto un rito alternativoossia un abbreviato oppure un patteggiamento.

In un primo momento, si pensava che la morte del piccolo Nicolò fosse stata indotta dall’ingestione di terriccio al parco giochi. L’accusa, però, sostiene che il decesso sia avvenuto per “intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish”. Le autorità hanno appurato che la droga era presente in diversi posti della casa in cui viveva il bambino e che erano accessibili alla vittima.

La consulenza

A seguito della consulenza della procura affidata al medico legale Antonello Cirnelli di Portogruaro, in provincia di Venezia, e alla dottoressa Donata Favretto, tossicologa di Medicina Legale di Padova, si è scoperto che il bimbo sarebbe stato ripetutamente esposto a diverse sostanze psicotrope nella sua breve vita. Sono state trovate, infatti, tracce elevate e letali di hashish, di cocaina, eroina e metadone.

La tragedia sconvolse profondamente la comunità di Codissago, nel comune di Longarone, in provincia di Belluno.