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Il bisogno di Putin di contare i fedeli per una guerra di consenso che perderà

Vladimir Putin

Da Parigi Tatiana Stanovaya ha analizzato il bisogno di Vladimir Putin di contare i fedeli alla sua linea per una guerra di consenso che perderà

C’è in Vladimir Putin una sorta di bisogno di “contare i fedeli” e di farlo per tenere il posto di una guerra parallela, quella interna sul consenso che alla fine lui “perderà”. Intervistata telefonicamente in un bel pezzo di Fanpage, l’analista Tatiana Stanovaya ha spiegato i meccanismi che hanno spinto lo “Zar” all’exploit dello stadio Luzniki di Mosca. La Stanovaya vive a Parigi ed è fondatrice dell’istituto di analisi politica R.Politik. E a proposito della performance di Putin allo stadio ha parlato di una “prova d’amore ben organizzata per lo zar”. Tutto questo in attesa però che molti russi oggi fedeli al Cremlino “cambieranno idea, quando le sanzioni morderanno”. 

Il bisogno di Putin di contare i fedeli e di “piacere”

Secondo l’analista “si trattava di delineare con chiarezza la differenza tra chi è con lui e chi è contro. E doveva essere fatto mettendo in quello stadio un ‘campione’ più ampio e omogeneo possibile di sostenitori”. E ancora: “Per il regime era importante poter dire alla gente: ‘Ecco, questi siamo noi, belli, forti e colorati’ dall’altra parte ci sono solo i ‘traditori’, come Putin stesso ha definito nei giorni scorsi i russi che dicono no”. E Putin in un certo senso ha bisogno non solo di comandare, ma anche di “piacere, di sentire il sostegno sociale. Putin si sente amato, nel Paese. Sa che può contare su una maggioranza che è dalla sua parte. Ma anche chi sente amato ha bisogno, ogni tanto, di una prova d’amore”. 

Un consenso “destinato a calare se la guerra andrà avanti”

E in chiosa: “Se la guerra andrà avanti a lungo, man mano che si sentirà il morso delle sanzioni, con il deterioramento della situazione economica nasceranno problemi sociali gravi. E anche i russi che non sono mai stati all’opposizione cambieranno idea, sull’operato del regime. Il consenso è destinato a calare, e poi a svanire. Putin non la vincerà la guerra, sul fronte interno”.