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"Il divin codino", l'uomo dietro il campione Baggio su Netflix

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Roma 24 mag. (askanews) - "Il divin codino", il film su Netflix dal 26 maggio, non è la glorificazione del campione Roberto Baggio ma è soprattutto la storia di un uomo che sfida se stesso, il proprio destino, che si forgia anche attraverso i propri fallimenti, anche se il mancato rigore nella f...

Roma 24 mag. (askanews) – “Il divin codino”, il film su Netflix dal 26 maggio, non è la glorificazione del campione Roberto Baggio ma è soprattutto la storia di un uomo che sfida se stesso, il proprio destino, che si forgia anche attraverso i propri fallimenti, anche se il mancato rigore nella finale del mondiale del 1994 lo ha un po’ segnato. Il film diretto da Letizia Lamartire è interpretato da un bravissimo Andrea Arcangeli, Valentina Bellè, nel ruolo della moglie del calciatore, e Andrea Pennacchi in quello del padre, uomo rigido e di poche parole con cui Baggio ha avuto un rapporto di grande amore ma molto complesso. La regista e l’interprete raccontano il loro incontro con il campione:

“Ero veramente preoccupata, a prescindere dal film, che comunque era un film complesso e difficile, ma cosa pensasse lui, quindi quando l’ho incontrato la prima volta e lui m i ha accolta, ma davvero, in quello che è il progetto che riguarda la sua vita, da lì in poi è stato tutto più semplice. E poi la parte finale, quando abbiamo visto il film insieme, devo dire che è stato veramente commovente”.

“Ricordo questo momento un po’ catartico in cui ci siamo visti, ci siamo guardati, io cercavo qualcosa di me in lui, e lui cercava qualcosa di lui in me. E poi è stato bello alla fine capire che eravamo entrambi in imbarazzo, e questa è la qualità più grande di Roberto, perché lui è sempre umile, sempre semplice”.

Il calciatore e sue moglie hanno raccontato con semplicità la loro storia e sono stati spesso sul set. Nel film emerge la lotta di Baggio contro le avversità, gli incidenti, sempre supportato dalla sua fede nel Buddhismo e dal legame con le radici.

“Abbiamo sviscerato quelli che sono i momenti più dolorosi, sicuramente, della carriera di Roberto, ma anche sono momenti di svolta, perché da lì ha incontrato il buddismo, c’è stato sempre un cadere e rialzarsi continuamente. E’ quello che poi l’ha reso, agli occhi della gente, un vero e proprio eroe, ma un eroe di tutti”.