Al peggio non c’è mai fine. Era stato definito lo spot più brutto di tutto il 2010 quello che pubblicizzava il libro di un noto avvocato e che una Manuela Arcuri espressiva come una stampante reclamizzava come la soluzione per liberare la coppia dallo strategismo sentimentale (eh?). Ora l’autore del libro fa il bis e cala l’asso Lele Mora.
Le modalità sono sempre quelle: trenta secondi di spot concitato in cui il vippetto di turno srotola discorsi confusionari in merito al libro. Il tutto in un primo piano che dovrebbe favorire l’enfasi dello spot e circondato dall’immagine dell’avvocato autore del libro. Lele Mora non è da meno allo spot precedente, definito dal critico Aldo Grasso “un capolavoro assoluto e impossibile di bellezza e inespressività, un esempio involontario di kitsch, di camp e di trash” e si presenta con camicia fuxia shocking si mette ad imitare pure la strega cattiva.
“Leggi il libro, non sono un critico ma è dav-ve-ro bel-lo”. Quanta passione in quest’uomo? Quale bravura nel convincere lo spettatore? Un Giorgio Mastrota qualsiasi può mettersi da parte perché Lele Mora, semmai è possibile, fa meglio dell’Arcuri. Potrebbe vendere ghiaccio agli eschimesi il nostro Lele.
Cosa non si fa per soldi…ma per lo meno, fatelo bene…