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Il racconto di Gianluca, sopravvissuto al crollo del Ponte Morandi

Parla Gianluca, sopravvissuto alla strage del Ponte Morandi

Le ore terribili in attesa dei soccorsi e la salvezza che lo ha sottratto all'orrore: il racconto di Gianluca, sopravvissuto al crollo del Ponte Morandi

A quattro anni dalla strage del viadotto Polcevera a Genova arriva dai microfoni di Estate in Diretta su Rai Uno il racconto di Gianluca Arduini, sopravvissuto al crollo del Ponte Morandi. Lui quel giorno era sul ponte e dopo un socorso durato ore era riuscito a sopravvivere, oggi ha ricordato lo scempio e lo strazio di quattro anni fa. “Siamo stati lì più o meno 4 ore, era un salvataggio molto difficile e impegnativo, il tempo che ci è voluto è stato quello”.

Parla un sopravvissuto al crollo del Ponte Morandi

Poi Gianluca ha spiegato: “Mi sono un attimo rassicurato quando ho sentito le sirene, poi sono arrivati loro che mi parlavano e mi dicevano che mi avrebbero tirato giù, ho capito che non ero solo. Essendomi fratturato in vari punti dovevo stare in una posizione rannicchiato e non era facile, ho dovuto tenere duro”. E in quelle ore terribili l’uomo aveva un solo pensiero fisso: la sua famiglia. “Ho due figli, la mia compagna Giulia aspettava Pietro che è nato un mese esatto dopo, l’essere sopravvissuto e sapere che a casa mi aspettavano mi ha dato più forza per tenere duro”. Ha detto il sopravvissuto: “Il Ponte Morandi ha spezzato 43 vite e grazie a Dio io sono sopravvissuto, ma sono un Gianluca molto ansioso, paranoico, mi ha lasciato danni fisici e psicologici importanti che rivivo tutti i giorni”.

“La giustizia faccia pagare chi ha sbagliato”

“Soprattutto quando si avvicina l’anniversario è sempre un momento molto difficile per me”. Con Gianluca c’era il suo amico Luigi, morto: “Lui aveva 4 figli, mi parlava sempre di loro, un padre meraviglioso. Son cose ingiuste e spero che la giustizia faccia il suo dovere, devono pagare per lui e per gli altri, una catastrofe che si doveva evitare”.