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Kazakistan, cosa succede e cosa c'entrano i Bitcoin: ultime notizie

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Il Kazakistan è tra i Paesi che estraggono più Bitcoin al mondo, ma la recente crisi politica e di Governo potrebbe cambiare questo scenario.

Il Kazakistan è tra i Paesi che estraggono più Bitcoin al mondo, ma la recente crisi politica e le decisioni del Governo potrebbero cambiare questo scenario.

Kazakistan, la crisi politica e il calo dei Bitcoin

Nelle ultime ore il mondo delle criptovalute ha subito uno stravolgimento, sostanzialmente per due ragioni:  Il primo, è che il valore dei Bitcoin è crollato. Il secondo, è che è diminuito del 14% il cosiddetto hasharate, ovvero la potenza di calcolo dei computer dei miner.

Entrambe queste circostanze si sono verificate alcuni giorni dopo lo scoppio delle proteste in Kazakistan, iniziate come una rivolta contro l’aumento del prezzo del carburante dovuto alla liberalizzazione del Gpl e sfociate in scontri veri e proprie contro il presidente Tokayev.

Kazakistan, la seconda potenza mondiale di Bitcoin

I bitcoin sono creati o “estratti” da computer ad alta potenza che risolvono complesse operazioni matematiche. In base agli ultimi dati disponibili diffusi dall’Università di Cambridge, il 18% di tutti i calcoli avviene in Kazakistan, diventato nel giro di pochi anni il secondo Paese al mondo per estrazione di bitcoin, subito dopo gli USA.

Il fenomeno è frutto del blocco del mining e delle criptovalute in Cina, che ha spinto diversi “scommettitori” a trasferirsi. Il Kazakistan, coi suoi prezzi e il suo clima, ne ha attirati a migliaia. Alan Doriyev, presidente della Bitcoin Miners Association, ha motivato così la scelta:

«Ad ottobre qui siamo attorno agli zero gradi, una temperatura ottima per le apparecchiatture, che devono essere mantenute a temperature basse».

Kazakistan, gli effetti sul Paese e il futuro dei Bitcoin

L’estrazione di Bitcoin non ha portato solo vantaggi in Kazakistan: dall’inizio del 2021 il consumo di energia elettrica è aumentato dell’8%, una vera e propria impennata. Questo repentino aumento dei consumi – attribuito in parte al mining – ha causato continue interruzioni di corrente che hanno richiesto al Kazakistan la necessità di rivolgersi alla Russia per avere fondi energetici, sua preziosa alleata.

Ora la crisi potrebbe però cambiare lo scenario nuovamente. Il blocco di internet e la “distribuzione mirata” di energia elettrica sono solo alcune delle nuove misure che il Governo è pronto ad emanare. Inoltre, lo stesso esecutivo è pronto ad impegnarsi a perseguire i miner abusivi.

Questa serie di eventi potrebbe quindi spingere la comunità di mining a migrare un’altra volta, stravolgendo il panoramana delle criptovalute.