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Kazakistan: cosa succede, perché e la situazione attuale

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Proteste in Kazakistan a causa del rincaro dei prezzi dei combustibili. L'esercito russo è intervenuto per reprimere le manifestazioni: 18 agenti morti.

Ancora proteste in Kazakistan a causa del rincaro dei prezzi dei combustibili. L’esercito russo è intervenuto per reprimere le manifestazioni: 18 agenti morti.

La causa delle proteste in Kazakistan

Le proteste sono iniziate in seguito a un repentino aumento dei prezzi dei combustibili. Il rincaro ha dato il via ad una serie di malumori contro il governo del presidente Kassym-Jomart Tokaev, il quale dal canto suo ha accusato dei “terroristi” addestrati all’estero come responsabili delle rivolte.

Tokaev, in un messaggio televisivo, ha anche lanciato un appello ai paesi del CSTO – Organizzazione per il trattato collettivo di sicurezza. A rispondere è stato il raggruppamento militare a guida russa, che ha inviato una forza di 2.500 soldati in Kazakistan con il compito di proteggere installazioni statali e militari.

Kazakistan: le vittime delle proteste

La maggior parte delle informazioni arrivano dal network britannico della BBC. Una volta sistemato il plotone russo, è partita un’azione di violenta repressione delle proteste anti-governative, iniziate domenica scorsa nella capitale economica di Almaty e allargatesi a macchia d’olio nel paese. Secondo fonti ufficiali, 18 membri delle forze di sicurezza sono morti ad Almaty. La polizia kazaka ha dichiarato inoltre di aver ucciso decine di persone descritte come “rivoltosi”.

Si sta consumando una vera e propria strage nel Paese asiatico, per questo le Nazioni Unite hanno chiesto a tutte le parti di astenersi dalla violenza. Nel frattempo, il Dipartimento di Stato degli USA ha dichiarato di star monitorando con attenzione il dispiegamento delle truppe russe in questo scenario.

Kazakistan: la storia recente del Paese

Il Kazakistan sta vivendo in pieno una profonda crisi politica. Si tratta di una delle Nazioni più fedeli a Mosca, nonché uno degli stati membri dell’Unione doganale Euristica, formata nel 2010 insieme a Bielorussia e Russia, alla quale si sono aggiunte anche Armenia e Kirghizistan.

Sotto il cappello di Mosca, il Kazakistan ha vissuto tre decenni di relativa stabilità politica con il dominio incontrastato di Nursultan Nazarbayev. Il kazako è passato agli annali come il leader post-sovietico più longevo, e si è dimesso da presidente solo nel 2019, pur mantenendo la guida del partito al potere, Nur Otan, e anche il controllo dell’operato del governo e dell’attuale presidente Tokayev. Solo poche settimane fa, nel novembre 2021, l’ultraottantenne Nazarbayev ha abbandonato anche la leadership del partito, generando un forte scompenso politico.