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L’ex calciatore sopravvissuto al crollo del Ponte Morandi: “Impossibile dimenticare”

Davide Ugo Capello e il Ponte Morandi

Il ricordo terribile dell'ex calciatore sopravvissuto al crollo del Ponte Morandi dopo un volo di 50 metri: “Per me è impossibile dimenticare quel giorno”

A quattro anni dalla strage sul cavalcavia di Genova parla l’ex calciatore sopravvissuto al crollo del Ponte Morandi: “Impossibile dimenticare”. Il 37enne  Davide Capello era sul Polcevera con la sua auto al momento della tragedia e precipitò nel vuoto. Ha detto l’uomo: “È impossibile dimenticare, non sarebbe umano. E neppure giusto”. Davide viene dalla Sardegna, è di Nuoro ed è un ex calciatore professionista. 

“Quel rumore come di un osso spezzato”

Ha raccontato: “Mi recavo al porto antico per attivare la tessera del tifoso, necessaria per assistere alle partite del Genoa. All’improvviso avvertii uno strano rumore, come di un osso spezzato, poi un rombo sordo. In pochi istanti mi ritrovai con l’auto cinquanta metri più giù. Sembrava di trovarsi all’improvviso sulle montagne russe, ma non c’era spazio per il divertimento: credetti davvero che fosse arrivato il mio momento. Invece sono stato fortunato, l’auto è caduta in un punto che non è stato sfiorato dal pilone più vicino. Ancora oggi non ho difficoltà a ritenermi un miracolato”. 

Parla l’ex calciatore sopravvissuto al crollo

Oggi Davide fa il vigile del fuoco in Liguria, presso il Comando provinciale di Savona. “Il ricordo di quel giorno è sempre con me. Impari a conviverci ma so che mi accompagnerà per sempre, sinché camperò. Ognuno lo vive a modo suo. Ancora oggi, mi faccio tante domande: sono sopravvissuto a una tragedia simile mentre altre 43 persone non ce l’hanno fatta. Ti chiedi: perché proprio io? Non ho trovato una risposta, sinceramente. Le cause non sono state ancora accertate del tutto, ma mi resta una grande amarezza: quel cedimento strutturale poteva essere evitato. Resta poi inspiegabile la dinamica del mio volo, il punto di caduta e tutto il resto. Evidentemente non era arrivato il momento di andarmene. Diciamo che mi sono trovato al posto giusto ma al momento sbagliato”.