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Sopravvissuto ponte Morandi, un anno dopo: "Penso al mio recupero"

sopravvissuto ponte Morandi

"Non ho ricordi di quegli attimi". Così, a un anno di distanza dal crollo del ponte Morandi, Federico Cerne racconta com'è cambiata la sua vita

Il 14 agosto 2018 il viadotto Morandi crollò spezzando il cuore pulsante di Genova e provocando la morte di 43 persone. Amministratori locali, ministri e parlamentari: tante le promesse sulla ricostruzione, sui tempi e le scadenze. A un anno di distanza, qualcosa è stato mantenuto, molto altro dimenticato. La vera priorità resta dare giustizia alle vittime di quella tragedia. Federico Cerne, sopravvissuto ponte Morandi, racconta: “Non ricordo quegli attimi. Penso soltanto al mio recupero”.

Sopravvissuto ponte Morandi, il suo racconto

Eliminato il relitto del ponte dallo skyline di Genova data una sistemazione alle 260 famiglie sfollate: sono questi i più importanti risultati conseguiti in un anno dal Presidente della regione Liguria e dal sindaco-commissario Marco Buccu. Ma, dopo l’implosione di fine giugno, ancora ci si chiede cosa ne sarà dei 50mila metri cubi di macerie accatastate al suolo, evidente impedimento per i lavori di ricostruzione del viadotto. Non si tralasci il problema degli indennizzi previsti dal decreto Genova. Questi, infatti, non sono mai finiti nelle tasche della maggioranza dei commercianti. Per ora non sono stati rimborsati neppure i tributi versati alle imprese che, a causa del crollo, hanno subito grosse perdite in termini di fatturato. Intanto proseguono le indagini coordinate dalla Procura del capoluogo. 74 gli indagati tra Aspi (Autostrade), Spea (la società del gruppo Atlantia che si occupa di manutenzioni) e il ministero delle Infrastrutture. Così ricorda Il Fatto Quotidiano. Inoltre, una perizia ha evidenziato il “degrado diffuso” degli stralli. Molti dei cavi d’acciaio sono apparsi “completamente corrosi prima della rottura”.

sopravvissuto ponte Morandi

Federico Cerne, massofisioterapista della Pallacanestro Trieste, è uno dei pochi superstiti scampati al drammatico e devastante crollo del ponte genovese. “Non ho ricordi di quegli attimi, forse è una forma di difesa”, confida. E ancora: “Penso solo al mio recupero e non a quanto accaduto un anno fa. Non la do vinta a un ponte“. All’epoca dei fatti, in quel tragico martedì 14 agosto 2018, lui e la fidanzata erano in vacanza e stavano andando a visitare l’acquario di Genova. “Vedere quelle immagini fa impressione”, commenta ora il 35enne. Gli operatori dei Vigili del Fuoco li hanno estratti vivi dalle macerie. La compagna ha combattuto per 22 giorni tra la vita e la morte: ora sta bene ed è tornata a correre, la sua grande passione. Anche Federico però ha dovuto subire diverse operazioni, tutte eseguite dallo stesso medico, di Reggio Emilia.