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Paolo, fratello di Isabella Noventa: "Il Papa perdona, io no"

Isabella Noventa

Il Papa ha mostrato perdono per coloro che hanno assassinato presumibilmente, Isabella Noventa. Il fratello Paolo però non ci sta e ribadisce il dolore per la perdita e l'incapacità di riuscire a perdonare i colpevoli.

Papa Francesco ha incontrato domenica 28 aprile, una delle presunte assassine di Isabella Noventa, parlando di perdono. Subito è arrivata la risposta del fratello, Paolo, che non è assolutamente d’accordo con il pontefice.

Il femminicidio di Isabella Noventa

Era gennaio 2016 quando Isabella Noventa scomparve nel nulla e dopo un’iniziale versione del compagno Freddy, le forze dell’ordine hanno capito che proprio lui c’era dietro al mistero fittissimo di quello che si rivelò non essere solo un caso di sparizione ma molto peggio.

Indagando infatti, venne fuori che lui aveva un’amante, appunto Emanuela Cacco, colei che ha incontrato il Papa di recente. Insieme alla sorella di Freddy, misero appunto un piano per fare fuori Isabella Noventa per motivi di gelosia e rancore.

Nemmeno la versione del gioco erotico andato a finire male convinse gli inquirenti, che ci misero molto poco a formulare verso il trio, l’accusa di omicidio premeditato.

La cosa peggiore è che in tutti questi anni, il corpo non è mai stato trovato.

Le parole di Paolo, fratello di Isabella Noventa

“Il Papa può perdonare e io non posso criticarlo. Io però non lo posso fare, ho sofferto molto e ancora è così”.

Nelle sue parole il dolore nel notare che Emanuela Cacco, nonostante la commozione davanti al Papa, non si sia mai pentita. Fra l’altro, ulteriore smacco, quello della pena ridotta dall’ergastolo a 16 anni.

“Papa Francesco avrebbe fatto meglio ad andare a trovare i bambini della Città della speranza“.

Per Paolo l’immagine di Emanuela Cacco che consegna la papalina al Papa è un ulteriore colpo al cuore, così come la semilibertà ottenuta per aver collaborato con la giustizia.

“Mi dispiace io non riesco ad andare oltre. Mi ha ferito che il Papa sia andato ad incontrare delle detenute nell’ottica della speranza. La nostra speranza invece?”.