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La città possibile di Tracey Snelling: scene da un futuro diverso

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Venezia, 30 apr. (askanews) - È una città: viva, complessa, rumorosa, possibile. Sono opere che arrivano dal nostro presente globale, ma hanno in sé anche un elemento di futuro, e lasciano una sensazione di speranza. La mostra che The Human Safety Net, lo spazio culturale di Generali in piazza Sa...

Venezia, 30 apr. (askanews) – È una città: viva, complessa, rumorosa, possibile. Sono opere che arrivano dal nostro presente globale, ma hanno in sé anche un elemento di futuro, e lasciano una sensazione di speranza. La mostra che The Human Safety Net, lo spazio culturale di Generali in piazza San Marco a Venezia, dedica all’artista americana Tracey Snelling è un progetto che, come dice il titolo – “About Us” – parla di noi attraverso la dimensione dello spazio domestico e collettivo.

“Io vorrei mostrare – ha detto l’artista ad askanews – quanto siamo simili, quanto diamo diversi, come possiamo pensarla diversamente. Alla fine però sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Questo è un luogo nel quale possiamo stabilire una sorta di connessione e di dialogo”.

Piccole case e grandi conglomerati, metropoli del mondo emergente e immaginario collettivo culturale, caos e vicinanza. Nell’esposizione, curata da Luca Massimo Barbero, tutte queste sensazioni convergono e raccontano di come l’abitazione sia una sorta di spazio di identità, ma questa identità sa essere plurale.

“Ho fatto molti lavori sul tema della casa e dell’abitare, sulle ingiustizie sociali – ha aggiunto Tracey Snelling – ho accesso un faro sulla povertà globale; il mio lavoro qui vorrebbe portare consapevolezza su quello che possiamo fare per cambiare le cose, per migliorare il futuro, per avere dei vicini che non siano, come dice il titolo della Biennale, degli stranieri, ma possano in qualche modo diventare degli amici”.

Quello di Snelling è un mondo che parla molte lingue diverse, che racconta diverse umanità, che mostra come certe luci e certi luoghi, come per esempio un comunissimo chiosco di Kebab, possano essere anche molto altro, uno spazio di possibilità, di futuro, di umanità. Di cui nella società del capitale digitale si sente sempre più bisogno.