Argomenti trattati
Un amore che si trasforma in incubo
La storia di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato Alessio Tucci, è un tragico esempio di come un amore possa trasformarsi in un incubo. Fiorenza Cossentino, madre della giovane vittima, ha condiviso il suo dolore e la sua angoscia in un’intervista al Corriere della Sera, rivelando dettagli inquietanti sulla relazione tra sua figlia e il ragazzo.
“Martina era una ragazza piena di sogni, voleva diventare chef”, racconta la madre, sottolineando come la vita della figlia sia stata spezzata da un legame tossico.
Segnali di allerta ignorati
Fiorenza ricorda le preoccupazioni espresse dalla madre di Alessio, che le aveva consigliato di tenere Martina in casa e di non farla uscire con le amiche. “Quando Martina ha deciso di rompere con lui, la madre di Alessio è venuta da me e mi ha detto: ‘Stai attenta a tua figlia’”, racconta Fiorenza. Questi segnali di allerta, però, sono stati ignorati, e la giovane ha continuato a frequentare un ragazzo che, secondo la madre, aveva mostrato comportamenti violenti. “Da quando lui le aveva dato uno schiaffo, Martina ha cominciato a decidere di non voler più stare con lui”, spiega Fiorenza, evidenziando come la violenza fosse già presente nella loro relazione.
La drammatica scomparsa di Martina
Quando Martina non è tornata a casa, Fiorenza ha subito temuto il peggio. “Ho pensato immediatamente che lui potesse entrarci qualcosa”, confessa. La madre ha interrogato Alessio, che ha negato qualsiasi coinvolgimento, ma il suo comportamento ha insospettito i genitori di Martina. “Mio marito ha detto: ‘Ma non è che questo si è fatto la doccia perché era sporco del sangue di Martina?'”, ricorda Fiorenza, mettendo in luce la crescente inquietudine che circondava la scomparsa della figlia. Purtroppo, le sue paure si sono rivelate fondate, e la tragica verità è emersa solo dopo giorni di angoscia.
La ricerca di giustizia
Oggi, Fiorenza Cossentino chiede giustizia per la figlia, definendo Alessio Tucci “un mostro che deve avere l’ergastolo”. La sua lotta non è solo per Martina, ma per tutte le giovani donne che si trovano in relazioni tossiche e violente. La madre spera che la sua storia possa servire da monito e che altre famiglie possano riconoscere i segnali di allerta prima che sia troppo tardi. “Io a Martina ho detto che se non se la sentiva più di stare con lui doveva lasciarlo perdere”, conclude Fiorenza, un appello disperato affinché la società prenda coscienza della gravità della violenza di genere.