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Le parole di don Taras: “Qui a Kiev bambini di 10 anni fanno le reti mimetiche”

Don Taras Taras Zheplinsky

Gli orrori di una guerra che mette in campo anche piccoli patrioti e le parole di don Taras: “Qui a Kiev bambini di 10 anni fanno le reti mimetiche”

In uno splendido articolo di Ilaria Floris per AdnKronos sembrano quasi risuonare come un monito le parole di don Taras Zheplinsky, 28enne religioso della chiesa greco cattolica d’Ucraina: “Qui a Kiev i bambini di 10 anni fanno le reti mimetiche”. La sconvolgente testimonianza del religioso sulla guerra degli innocenti ha fatto il paio con un appello. A chi? Alle mamme dei soldati russi, a ché si riprendano i loro figli mandati in un’altra terra a far piangere altre mamme. 

I bambini che a Kiev fanno le reti mimetiche

Ha detto don Taras: “Sono padrino di una bimba di dieci anni. Ieri sera lei, insieme alle sue amiche, qui nel rifugio aiutava a costruire le reti mimetiche per i nostri soldati che vanno a combattere al fronte”. E ancora: “Cercava di aiutare la difesa per il suo paese. Questo è il simbolo della gente si unisce nella difesa del popolo ucraino, tutto il popolo si è trovato unito davanti alle minacce e alle aggressioni di questa guerra, che è un’ingiustizia che non ci siamo meritati, e dobbiamo solo pregare e aiutare, mai maledire“. 

L’appello alle madri russe: “Richiamate i vostri figli via da questo orrore”

Don Taras poi si è rivolto alla sola categoria traversale ed universale che della guerra, da sempre, patisce solo gli orrori basici, quella delle madri. E ha detto: “Mi rivolgo alle mamme russe che avendo il potere di dire la loro parola, di dire la verità, possono fare tanto: riprendetevi i vostri ragazzi, richiamateli in patria, dite loro che questa guerra è male, che è un’ingiustizia e noi, la gente ucraina, non ce la siamo meritata“. E quella della sensibilizzazione dei russi è un’attività addirittura protocollare in strategia nazionale, ha spiegato don Taras: “È stata istituita dallo Stato una linea telefonica che cerca di contattare i parenti dei soldati russi per convincerli a diffondere la verità in tutto il paese”.