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Liberalizzazione dei contratti a termine: cosa cambia

La ministra del Lavoro Marina Calderone

Liberalizzazione dei contratti a termine fra lotta alla disoccupazione e possibile incentivo alla precarietà

Il governo e la ministra del Lavoro Marina Calderone dicono che così sarà più facile assumere, i sindacati dicono che così sarà più facile incentivare la precarietà: è la liberalizzazione dei contratti a termine, ecco cosa cambia nel settore. Dall’esecutivo arriva il disco verde “acausale” dei contratti ma senza spiegare la motivazione per cui si assume. Ma che significa? Che il governo Meloni ha modificato il decreto Dignità sui contratti a termine e nel farlo ha autorizzato un uso “acausale” per 12 mesi in più, fino a un totale di 24 mesi.

Liberalizzazione dei contratti a termine

Il quadro è chiaro: c’è una proroga di possibilità di lavorare ma c’è anche una proroga al regime di precarietà lavorativa e quindi esistenziale. Su questo si dibatte quindi: il governo ha individuato, nel decreto Lavoro in preparazione, una casistica di riferimento in cui spiccano le esigenze previste dai contratti collettivi stipulati da sindacati nazionali, ma anche aziendali. Insomma, la contrattazione torna centrale ma tornano al centro anche le sue contraddizioni. Lo scorso autunno era parzialmente rientrato in vigore il decreto Dignità e sulla scorta di quel ritorno i contratti a termine stanno rallentando, lo dicono gli ultimi dati Istat.

Cosa dicono i dati Istat sul lavoro “breve”

Scopo del dicastero retto dalla Calderone è allungare il periodo a-causale dagli attuali 12 a 24 mesi, e poi di affidare la materia alla contrattazione. Il tutto però, fanno sapere dal governo, senza cancellare le causali legali introdotte dal decreto Dignità. Insomma, si andrebbe ad allargare il periodo senza causali. Dai media si viene a sapere che al centro c’è la cancellazione delle causali previste “per le assunzioni con contratto a tempo determinato fino a 24 mesi e che sarà poi possibile una ulteriore eventuale estensione di 12 mesi in base ad accordi sindacali a livello territoriale, aziendale, o da inserire nei contratti collettivi”.