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Castiglioncello, il villaggio fantasma tra storia e misteri

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Il borgo di Castiglioncello sorge sull'appennino tosco-emiliano. Dopo un'epoca di splendore nel '300, si è trasformato in un villaggio fantasma

Castiglioncello si trova nell’appennino tosco-emiliano, in quel territorio che un tempo rappresentava la zona di confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. Si tratta di un centro abitato seminascosto e immerso nella vegetazione. Tra le tante “attrazioni naturali” c’è la Cascata del Rio
dei briganti, che si getta nel fiume dopo un tuffo di oltre 40 metri. Il paesino si trova di fatto incastonato su una collina rocciosa, circondato a 360 gradi dalle montagne.

La storia di Castiglioncello

Inizialmente si costituì come borgo fortificato grazie a Firenze, che nel ‘300 vi costruì un posto di frontiera tra sé e la Romagna per controllare meglio il confine. Nei secoli successivi perse però molta della sua importanza a causa della costruzione di ponti e nuove strade, fino ad arrivare all’800, quando era ormai isolato dalle principali vie di comunicazione. Iniziò così un lento spopolamento: nel 1931 Castiglioncello contava solo 64 abitanti. Dopo il 1945, il mancato allacciamento dell’elettricità e la mancata costruzione di un ponte condannarono a morte l’abitato. Nel 1962 diventò così un villaggio fantasma con la vegetazione a farla da padrone.

I misteri del borgo

Sono tanti i misteri che avvolgono il borgo. Si dice che Castiglioncello sia diventato meta di sette sataniche. Sono stati rinvenuti, infatti, altari e altri segni sul Monte la Fine e in località Tirli, dove avrebbe anche officiato un prete esorcista. Nelle chiese comparirebbero inoltre simboli inneggianti Satana, mentre dal cimitero sembra continuino a sparire molte lapidi. Il borgo medievale di Castiglioncello, dunque, appare come un luogo affascinante e ricco di curiosità tutte da scoprire.