> > Lite per le bollette: uccide figlio della compagna

Lite per le bollette: uccide figlio della compagna

Carabinieri

Il colpevole del folle gesto è un uomo di 80 anni

L’uomo è stato ucciso, nella serata d’ieri, 29 Aprile, a seguito di una lite, nel comune di Monterotondo, vicino a Roma. I Carabinieri hanno arrestato un anziano, compagno della madre della vittima; a scatenare la tragedia potrebbero essere state delle bollette non pagate.

La futile lite

I Carabinieri di Monterotondo per l’omicidio dell’uomo hanno fermato un 80enne, compagno della madre della vittima. Il morto è un uomo di 56 anni, deceduto a seguito di una coltellata al torace. Dalle prime ricostruzioni sembra che i due stavano litigando per dei futili motivi: il mancato pagamento di alcune utenze. La vittima è stata soccorsa sul pianerottolo dal coinquilino con il quale condivideva l’appartamento.

L’anziano di 80 anni, il carnefice, si pensa che abbia raggiunto l’appartamento della vittima, già con l’arma dell’omicidio, un coltello. I due hanno iniziato a litigare, molto probabilmente per delle bollette non pagate ma la scintilla che potrebbe aver fatto scatenare il folle gesto è una testata che il 56 enne avrebbe dato al compagno della madre; in risposta l’uomo di 80 anni ha sferrato diverse coltellate all’addome della vittima.

L’assassino, dopo l’azione sconsiderata, è scappato ma è stato fermato dai Carabinieri, della pattuglia di Monterotondo, in zona Palambora Sabina. Le prime ricostruzioni hanno portato alla luce il già complicato rapporto tra i due uomini, soprattutto dopo la morte della donna: la madre per la vittima, la compagna per il carnefice.

Casi simili

Sempre più spesso, le cause che portano a decidere di uccidere una persona sono banali. I fatti di cronaca ci riportano queste tristi storie, come accadde nel Dicembre del 2017 a Rossano, in provincia di Cosenza. Anche in questo caso l’omicidio è avvenuto in seguito a una lite scoppiata tra un padre, di 64 anni e un figlio di 35. La vittima era, il padre, Giuseppe Vitale, ucciso dal figlio, Cesare, a colpi di fucile da caccia.

Giuseppe Vitale lavorava presso il tribunale di Castrovillari e fu ucciso dal fucile che il figlio deteneva legalmente. Le indagini sono state portate avanti dalla Procura della Repubblica di Castrovillari e dalla polizia di Rossano, con la collaborazione dei Carabinieri. L’inchiesta si è concentrata soprattutto sulle cause che hanno portato Cesare Vitale a compiere un gesto del genere: alla base dell’omicidio potrebbero esserci stati vecchi dissidi mai risolti.

Gli abitanti di Rossano rimasero increduli di fronte alla notizia della tragedia, soprattutto perché la famiglia era molto conosciuta in paese e considerata da tutti un gruppo famigliare normale e tranquillo.