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Lotta al diabete: una proteina potrebbe sostituire l’iniezione di insulina

Una proteina potrebbe surrogare l'iniezione di insulina nel contrasto al diabete

Le prospettive future e di certo non immediate per efficientare la lotta al diabete: c'è una proteina potrebbe sostituire l’iniezione di insulina

Una nuova speranza nella lotta al diabete con una proteina che potrebbe sostituire l’iniezione di insulina: si chiama S100A9 e potrebbe offrire una valida alternativa a procedure meccaniche spesso difficili. Della proteina in questione ha parlato su Corriere della Sera-Salute il professor Marco Comoglio dell’Associazione Medici Diabetologi. Una paziente gli ha sottoposto il problema-cadine di tutti i diabetici: lei che ha il tipo 2 deve iniettarsi insulina tutti i giorni. Il dottore ha detto: “Sono cento anni che l’insulina è stata scoperta e da allora ha fatto tanta strada: dalla prime insuline estrattive animali siamo passati alle insuline biosintetiche e ora si stanno sperimentando le insuline long acting, cioè che non richiedono più somministrazioni giornaliere ma settimanali o addirittura mensili”. 

Una proteina potrebbe sostituire l’iniezione di insulina

E ancora, nel ripercorrere la storia dell’ormone: “Dalla sua scoperta ha consentito di salvare molte persone e soprattutto di migliorare la qualità della vita dei diabetici. È ancora oggi il farmaco di elezione per i diabetici di tipo 1, ma il suo impiego, quando necessario, si estende anche ai diabetici di tipo 2”. Tuttavia ci sono delle difficoltà e al Corsera il dottor Comoglio le illustra: “È comprensibile che la somministrazione giornaliera tramite iniezione sia scomoda e poco gradita ai pazienti. Inoltre questa terapia, come altri farmaci, può dare effetti collaterali talvolta anche gravi, come l’ipoglicemia (quando si crea uno squilibrio tra terapia, alimentazione e attività fisica) oppure l’aumento di peso. Pertanto si stanno facendo studi per tentare di sostituire questo farmaco, oggi indispensabile, riducendo così disagi e rischi per i pazienti”. 

Lo studio dell’Università di Ginevra

Poi il cenno tecnico alla proteina: “È uscito recentemente uno studio pubblicato da studiosi dell’Università di Ginevra, che riporta i dati di esperimenti fatti su topi, resi diabetici, usando una proteina dallo strano nome: S100A9. In passato erano già stati fatti studi con questa proteina, somministrandone alte dosi nei topi: si era visto che in parte preveniva l’insorgenza del diabete e in parte migliorava leggermente il controllo glicemico”. 

“Ci vorranno anni prima dell’utilizzo umano”

Ma cosa fa questa proteina? “Agirebbe riducendo la produzione di quei metaboliti che vengono prodotti in carenza di insulina, come corpi chetonici e acidi grassi. E questo è il risultato riportato nello studio svizzero: sarebbe potenziato l’effetto dell’insulina carente nei soggetti diabetici, riducendo la produzione di corpi chetonici che sono dannosi per l’organismo. I ricercatori che stanno studiando S100A9 hanno in corso sperimentazioni con miscele di basse dosi di insulina e la suddetta proteina, per vedere se è possibile ridurre le dosi di insulina potenziandone l’effetto, con l’obiettivo di arrivare a una sospensione. Si tratta di studi sperimentali svolti su animali e serviranno anni prima di arrivare ai test sull’uomo”.