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Lutto nazionale per Silvio Berlusconi: tutte le voci in disaccordo

Berlusconi Silvio

Tantissimi gli italiani contrari alla proclamazione del lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi: i dissensi dalla politica ai social

L’Italia che dice “no”. Diventa sempre più grossa la fetta del Paese che esprime dissenso nei confronti della decisione del governo Meloni riguardo la proclamazione del lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi. Ecco di seguito alcune delle voci più forti.

Rosy Bindi e Tomaso Montanari

Tra i primi a contestare la decisione dell’esecutivo c’è l’ex ministra della Sanità Rosy Bindi che, ospite a Un giorno da pecora su Rai Radio 1, commenta così:

«I funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano, ma il lutto nazionale per una persona divisiva com’è stato Berlusconi secondo me non è una scelta opportuna».

Si unisce all’ex ministra il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari che, nel giorno precedente ai funerali, ha messo le mani avanti annunciando su Facebook di non appoggiare l’esposizione della bandiera a mezz’asta come previsto da protocollo:

«Se sono stato costretto a farlo è a causa dell’inaudita decisione del governo Meloni di indire tre giorni di lutto nazionale, nei quali le bandiere sugli edifici pubblici dovrebbero essere poste a mezz’asta. Di fronte a questa indicazione del potere esecutivo, il rettore di un’università pubblica deve fare necessariamente una scelta: accettarla o respingerla».

Gli altri “no”

Tantissimi, poi, gli utenti che contestano la scelta del lutto nazionale da parte del governo: #noninmionome è l’hashtag che sta popolando le bacheche dei social network nelle ultime ore. Allo stesso modo, davanti a Montecitorio una giovane ha esposto un cartello con scritto «Non il mio lutto» spiegando ai giornalisti:

«Non è una questione di (non, ndr) rispetto. se la comunità di Silvio Berlusconi avesse sofferto internamente, non ci sarebbe stato nessun dissenso. Ma proclamare per la sua morte il lutto nazionale significa estendere la partecipazione a una comunità politica che da Berlusconi è stata calpestata fino all’ultimo momento».

Tra chi pubblica foto dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in riferimento alle ombre di Silvio Berlusconi nei rapporti con Cosa nostra, c’è chi il dissenso preferisce esprimerlo attraverso l’indifferenza. Come una donna che, ignorando i preparativi per la celebrazione dei funerali di Stato, ha replicato così a chi le ha suggerito di andare via da piazza Duomo: «Perché dovrei andarmene? Io stavo in silenzio a leggere il mio libro […], ma non condivido il lutto nazionale, che non è stato concesso neanche a persone che sono morte dando la loro vita per lo Stato italiano».

Infine, un gruppo di attiviste del gruppo trasfemminista Non una di meno si è recato davanti all’Altare della patria a Roma, esponendo uno striscione con la scritta: «Oggi non siamo in lutto, siamo in lotta».