> > La manovra non soddisfa le parti sociali: delusione per Cgil e Uil

La manovra non soddisfa le parti sociali: delusione per Cgil e Uil

Governo

Le parti sociali restano insoddisfatte dalla bozza della legge di bilancio illustrata dall'esecutivo e che sarà pronta a essere varata lunedì 16 ottobre: delusi Cgil e Uil, Cisl e Ugl uniche positive

L’esecutivo scopre le carte. Superbonus, taglio del cuneo fiscale, riforma Irpef, fondi per la sanità e per i redditi bassi: questi i principali temi portati dal governo nella tavola rotonda di venerdì 13 ottobre a Palazzo Chigi con le parti sociali. La legge di bilancio, per ora ancora in bozza, sarà pronta a essere varata lunedì 16 ottobre.

Voci e contenuti dal governo

Tra i rappresentanti del governo c’erano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro del lavoro Marina Calderone e il vice ministro Maurizio Leo. Promesso lo stanziamento di cinque miliardi per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, per il taglio del cuneo e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef si potrebbe dover aspettare fino al 31 dicembre 2024 (il primo dovrebbe essere inserito nella legge di bilancio, il secondo invece dovrebbe potrebbe rientrare in un decreto successivo, attuativo della delega fiscale).

Le parti sociali tra soddisfazione e delusione

Cisl e Ugl si dicono soddisfatti dell’incontro: «Abbiamo apprezzato la disponibilità del governo a presentare i primi orientamenti e contenuti della legge di bilancio e di acquisire nostre proposte e priorità prima che il provvedimento venga portato in consiglio dei ministri», chiosa il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra, spiegando di aver trovato «recepite molte proposte e priorità che in questi mesi sono state indicate». Delusione invece per Cgil e Uil: «È andata male, avevano chiesto l’apertura di un confronto, invece ci siamo trovati di fronte a un’informativa lacunosa e generica», dichiara Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil. Sulla scarsità dei fondi per la sanità conviene con lui l’omologo di Uil, Domenico Proietti, che commenta intransigente: «Ci sono solo tre miliardi di euro per la sanità, che non sono sufficienti. La sanità va salvaguardata perché riguarda la vita delle persone».

L’Ance resta cauta sul pronunciarsi

Tra le posizioni polari delle due parti sociali si inserisce l’associazione nazionale dei costruttori: «Sul Superbonus abbiamo avuto qualche spiraglio di apertura su una proroga, per evitare che i cantieri iniziati rimangano incompiuto. Non ne conosciamo i contorni, ma sappiamo che il problema è all’attenzione del governo», dichiara Federica Brancaccio, presidente dell’Ance. «L’altra cosa che ci preoccupa, e che impatterebbe in maniera drammatica, è la scadenza al 31 dicembre delle misure sul caro materiali: il rischio è che dal primo gennaio i cantieri si fermino», chiude Brancaccio.