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Marisglia, Killer in Italia: Procura di Roma apre indagine su terrorismo

Marsiglia

Dopo la strage di Marsiglia, Ahmed Hanachi era scappato in Italia. I Forein Fighter islamici preferiscono rifugiarsi da noi, dopo le loro azioni terroristiche

Come era prevedile, l’Italia si sta dimostrando il rifugio preferito dai terroristi islamici. Come Anis Amri dopo la strage di Berlino, anche Hanachi si rifugia in Italia. Gli affiliati allo stato islamico, preferiscono rifugiarsi in Italia dopo le loro azioni terroristiche. L’ultimo è l’autore della strage di Marsiglia, Ahmed Hanachi. Da Marsiglia a Roma. Ahmed Hanachi dopo la strage compiuta a Marsiglia, si è rifugiato a Roma. Prima di lui, Anis Amri da Berlino si era rifugiato a Milano. Il nostro paese risulta quello più gradito ai terroristi, dopo le loro malefatte. La procura di Roma, sotto la guida del procuratore aggiunto Francesco Caporale, apre un fascicolo a carico di ignoti per attività di terrorismo. Il fine delle indagini sarà di accertare chi sono i contatti in Italia di Ahmed Hanachi.

Marsiglia, l’attentato

Le vittime trucidate a coltellate dal terrorista tunisino a Marsiglia, si chiamavano Laura P., 20 anni, e Mauranne H., 21. Gli inquirenti scavano nel suo passato per conoscere meglio i suoi contatti. Secondo quando emerso, avrebbe dichiarato alla polizia di vivere a Lione. Ha riferito inoltre di essere senzatetto e di avere problemi di droga. Al momento del fermo ha mostrato un passaporto tunisino.

Secondo la polizia francese Hanachi sarebbe entrato in Francia nel 2003. Nel 2005 sarebbe stato fermato e ricondotto alla frontiera su ordine del prefetto del VAR. Il respingimento è stato motivato dalla mancanza di posti nel centro di identificazione.

Le indagini della polizia italiana

Gli inquirenti italiani mirano a scoprire cosa legasse Hanachi a Anis Amri. I due si sarebbero incontrati ad Aprilia. Come ricorderete Amri compì la strage del mercatino di Natale a Berlino. Il criminale fu ucciso da due agenti, in una sparatoria a Sesto San Giovanni.

Secondo l’Interpol, a settembre 2016, in Europa c’ erano 6500 Forein Fighter. Un piccolo esercito pronto a colpire in qualsiasi momento. Quasi tutti i Forein Fighter sono transitati per l’Italia, prima di raggiungere gli stati di destinazione.

La multirazzialità dei terroristi

I terroristi arruolati nell’ ISIS non sono solo arabi. Tra le loro fila si contano molti europei, che si convertiti all’ Islam. Sempre secondo il rapporto dell’Interpol, gli italiani arruolati nell’ ISIS sarebbero 87.

Ma non basta. Ci ricordiamo tutti di Greta e Vanessa, le due cooperanti che furono rapite in Libia dall’ ISIS. Per la loro liberazione furono pagati dal governo italiano, 12 milioni di euro. Era il 2015 e il ministro degli esteri era Paolo Gentiloni. Le due cooperanti dopo un breve periodo passato in Italia, ripartirono per la Libia, dichiarando di essersi convertite all’Islam. Chissà che quei 12 milioni di euro non abbiano contribuito all’ acquisto delle armi poi usate contro gli occidentali

La chiusura delle frontiere

Visto i ripetuti attacchi che gli affiliati Isis portano all’ occidente, sarebbe da riflettere sui rimedi da mettere in atto. Fermo restando l’accoglienza per gli aventi diritto, un po’ di prevenzione sarebbe opportuna.

Non si vuole negare a nessuno il diritto ad avere una vita migliore. Ma pretendere rispetto da coloro che accogliamo, è il minimo obiettivo che bisogna prefiggersi. L’ identificazione dei migranti e il controllo dei flussi, potrebbe servire a mitigare la proliferazione del terrorismo.

Accogliere indistintamente chiunque si presenti alla nostra porta, può creare dei pericoli. Un maggior controllo dei flussi e delle generalità di chi vuole venire in Italia, sarebbe indispensabile.