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Migrante maliano ucciso, protesta a San Ferdinando

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Una trentina di cittadini maliani si sono recati in corteo al municipio di San Ferdinando per chiedere giustizia per il migrante morto a San Calogero.

C’è grande indignazione per l‘omicidio di Sacko Soumayla, il migrante 29enne maliano ucciso a San Calogero in provincia di Vibo Valentia in Calabria, mentre con l’aiuto di due connazionali cercava di prendere lamiere in una fabbrica abbandonata per rinforzare il suo alloggio nell’accampamento di San Ferdinando, dove viveva con altri disperati. Proprio qui una trentina di maliani si sono diretti verso la sede del comune calabrese per incontrare un rappresentante delle istituzioni o della Giunta, chiedere giustizia per il loro compagno scomparso e condizioni di vita migliori rispetto a quelle in cui si trovano attualmente.

La manifestazione è stata autorizzata, ma le forze dell’ordine hanno comunque seguito i partecipanti per evitare incidenti che acuissero la tensione. Il sindacato Usb, quello di cui faceva parte la vittima dell’agguato, ha indetto un’assemblea per discutere della vicenda. L’organizzazione ha anche difeso il compagno, affermando che non era un ladro, come molti media avevano riportato in prima battuta, bensì un difensore dei braccianti sfruttati nelle piantagioni della zona.

Le indagini proseguono

Intanto la polizia continua a dare la caccia all’assassino del giovane maliano. Si cerca la sua auto, la FIAT Panda bianca vecchio modello a bordo della quale avrebbe sparato quattro colpi di fucile a pallettoni ai tre immigrati. Lo hanno raccontato i due feriti sopravvissuti, precisando l’aggressore era di carnagione chiara. Gli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica, seguirebbero una pista precisa per rintracciare il responsabile del gesto. I carabinieri hanno anche sentito alcune testimonianze per ricostruire il delitto.

L’allarme è arrivato dagli stessi due maliani che sono riusciti a salvarsi. Tuttavia, non avendo con sé telefoni cellulari per avvertire di accorrere in loro aiuto, sono tornati da soli a piedi a Rosarno, località nei pressi di San Ferdinando, dove nel 2010 era avvenuta una veemente rivolta d’immigrati dopo l’assassinio dei loro compagni. Il comune dista una decina di chilometri da San Calogero.

Un’ambulanze del 118 ha soccorso Sacko Soumayla, che però è spirato poche ore più tardi agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria a causa di una ferita alla testa.

La tendopoli

Il commento di Maurizio Martina

Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, aveva già commentato la triste vicenda. Ora è la volta del segretario del Partito Democratico, il quale ha chiesto che si faccia “presto chiarezza” riguardo all’omicidio del giovane maliano. Spiegando di conoscere la realtà di Rosarno, avendola seguita in questi anni per esempio proponendo una legge contro il caporalato, Martina ha definito la situazione “tragicamente inquietante” e si è augurato che non peggiori. Si attendono ulteriori sviluppi della triste vicenda.

Maurizio Martina