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Migranti: disastro economico chiudere il Brennero

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Secondo il Ministro austriaco Hofer, la chiusura del Brennero potrebbe rivelarsi un disastro economico sia per l'Austria, sia per l'Unione europea.

Ai migranti potrebbe essere impedito il passaggio dal Brennero. L’adesione della linea dura della Germania in merito alla questione delle migrazioni indispettisce l’Austria: il cancelliere Sebastian Kurtz si dice favorevole a una maggiore protezione dei confini meridionali. Se fino al 2015 Berlino aveva spalancato le porte ai migranti, il 3 luglio la cancelleria ha cambiato marcia. Un campanello d’allarme che non è stato gradito dai vicini austriaci: se la Germania porterà effettivamente a termine il suo proposito di chiudere le proprie frontiere, l’Austria potrebbe fare lo stesso con il Brennero e gli altri confini meridionali. Una scelta che di fatto alzerebbe la tensione lungo la linea del Brennero, soprattutto dal lato italiano. Intanto, però, il ripristino dei controlli sulla linea di confine potrebbe causare un enorme danno economico per gli austriaci.

Un disastro economico

Senza usare mezzi termini, il Ministro dei Trasporti austriaco, Norbert Hofer, ha dichiarato che chiudere il Brennero equivarrebbe ad un danno economico enorme: la sua è una stima di 100 euro per ogni camion che percorrerebbe a un percorso alternativo. I timori di Hofer non sarebbero infondati. Secondo una previsione del Parlamento europeo, il ripristino di tutte le frontiere potrebbe costare all’Unione dai 100 ai 230 miliardi di euro in 10 anni. La conferma proviene dalla prima relazione annuale sullo stato di Schengen, l’accordo tra 26 Stati membri che abolisce il controllo dei passaporti alle frontiere. Il Ministro austriaco comunque mantiene dei toni cauti: “Non sappiamo ancora se la coalizione” in Germania “sarà d’accordo” spiega Hofer, ma se così fosse l’effetto domino sarebbe inevitabile.

Intanto, la linea di ripristino dei controlli sembrerebbe aver solleticato anche il Primo Ministro ungherese, Viktor Orban. Da sempre critico nei confronti della politica di Angela Merkel, Orban si è detto aperto all’idea di discutere su un possibile accordo per riprendere i migranti che tentano di entrare in Germania. Questo, ammesso che Berlino riesca a stringere un accordo simile con Vienna.

La risposta del governo italiano

Le dichiarazioni del 3 luglio hanno portato a una reazione molto forte da parte del governo italiano. Mite, ma perentorio, il Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi considera il possibile ripristino dei controlli come un gesto di opposizione verso lo spirito del Consiglio europeo per il progetto di una gestione comune dell’immigrazione. Molto più dura la risposta del Ministro degli Interni, Matteo Salvini: se l’Austria chiudesse il Brennero, lui stesso sarebbe pronto a ripristinare i controlli dal lato italiano, secondo il leghista “l’Italia ha solo da guadagnarci, sono più i migranti che tornano da noi di quelli che vanno da loro”. Severa anche la dichiarazione di Antonio Tajani, Presidente del Parlamento europeo: “Non è certo chiudendo le rispettive frontiere interne che si risolvono i problemi“.

Infine, in merito ai recenti sviluppi in seno all’Unione, il Presidente Sergio Mattarella ha bocciato categoricamente questa potenziale reazione a catena che vedrebbe coinvolte Germania, Austria e Ungheria, per il ripristino dei confini: “Vi sono molte cose che contrassegnano l’Unione europea e la sua storica integrazione, ma ve ne sono due che ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen. I nostri giovani si sentono ormai europei e poter viaggiare liberamente” in Europa, “è per loro un dato irrinunciabile. Mettere a rischio questo è poco responsabile. Parlare di chiusura dei confini, in un momento in cui tutto consentirebbe maggiore razionalità nell’analizzare e nel governare il fenomeno migratorio, è da evitare“.