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Milano, bagno chimico si ribalta mentre un uomo si trova dentro: pagherà al Comune 9 mila euro

Milano aggredito bagno chimico

Aveva riportato delle contusioni dopo che un bagno chimico si era ribaltato. La vittima sarà tenuta a versare 9 mila euro al Comune.

La vicenda risale a giugno 2017. Un uomo ha riportato delle contusioni, mentre si trovava all’interno di un bagno chimico situato a Milano, nella zona di Montagnetta. A seguito di ciò andrà per vie legali: nel 2022 riceverà, a titolo di risarcimento, 9.489 euro in primo grado. Il Comune ricorrerà tuttavia in appello e questa volta vince: l’uomo – si legge da TgCom 24 – dovrà pagare, come spese di lite 9.000 euro (5.000 per il primo grado e 4.000 per il secondo).

Milano, bagno chimico si ribalta e lui rimane dentro: la vicenda

Ciò che emerse nel primo grado di giudizio è che il bagno, poiché non era fissato al terreno, avrebbe potuto rappresentare per la persona in questione “un notevole rischio per gli avventori, risultando così non stabili e non sicuri”. In virtù di questa sentenza, il Comune avrebbe dovuto tenere conto di questi elementi ed intervenire al fine di prevenire questo tipo di criticità. Quest’ultimo ha scelto di fare ricorso e proseguire nel secondo grado di giudizio. I risvolti saranno tuttavia diversi.

Il secondo grado di giudizio: perché la vittima dovrà risarcire il Comune

L’amministrazione Comunale ha evidenziato che “Il bagno chimico sarebbe rimasto al proprio posto se alcuni soggetti non identificati non lo avessero ribaltato con forza; ciò vale a interrompere il nesso causale tra l’attività di custodia in capo al Comune e l’evento lesivo”. In altre parole è venuta meno la responsabilità diretta del Comune o meglio la relazione tra il dover custodire il bene e l’evento. Oltre a ciò un testimone ha reso noto che un ragazzo aveva cominciato a dare calci al bagno dopo averlo trovato chiuso. Infine i magistrati hanno puntualizzato il fatto che si tratti di “un dato di comune esperienza il fatto che i bagni mobili sono progettati e costruiti in modo da non richiedere alcun ancoraggio a terra”. Il risultato che si è risolto in favore del Comune ha parlato dunque chiaro.