Un servizio militare accorciato su base facoltativa (ma incentivato da meccanismi di premio) è l’idea del presidente del Senato Ignazio La Russa. Quaranta giorni di leva per incentivare la riconquista di un rapporto di fiducia tra cittadini e forze armate, formativi anche per ciò che concerne l’educazione civica delle nuove generazioni.
Una tappa nella formazione individuale
Il servizio militare era un momento di addestramento all’uso delle armi, nell’eventualità che fosse prima o poi necessario usare in difesa della patria. E questa è, purtroppo, un’immagine più che mai attuale. Ma la leva era anche un rito di passaggio all’età matura, una tappa inderogabile nella formazione individuale di ogni uomo che potesse davvero definirsi tale. Proprio su queste basi è arrivata ieri, durante una riunione degli alpini a Milano, la proposta di La Russa, connessa tra l’altro allo spirito patriottico su cui la destra meloniana sta improntando la sua guida del Paese.
Il disaccordo della sinistra
Non tardano ad arrivare i riflessi incondizionati della sinistra, che – ora come allora – associa all’idea della leva una mentalità militarista e guerrafondaia, fascista se può dirsi. Una posizione intransigente, e prevedibile, che sembra non lasciare margine a un compromesso sulla valutazione (o rivalutazione) dell’idea del presidente del Senato.