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Monia Bortolotti, arrestata per duplice infanticidio: "Aveva già provato ad uccidere Mattia"

I dettagli del caso di Monia Bortolotti, arrestata per duplice infanticidio

Monia Bortolotti è stata arrestata per duplice infanticidio. La donna è stata considerata lucida, senza disagi psichici.

Monia Bortolotti è stata arrestata per duplice infanticidio. La donna è stata considerata lucida, senza disagi psichici. Aveva già cercato di uccidere il figlio Mattia.

Monia Bortolotti, arrestata per duplice infanticidio: “Aveva già cercato di uccidere Mattia”

Monia Bortolotti è in carcere con l’accusa di duplice infanticidio. Ha ucciso i figli Alice e Mattia, morti rispettivamente a 4 e 2 mesi, a distanza di un anno l’una dall’altro. I neonati sono stati soffocati dalla madre nella loro casa di Pedrengo, in provincia di Bergamo. Alla luce delle indagini ha assunto una connotazione diversa un episodio accaduto poche settimane prima della morte del piccolo Mattia. La donna aveva già cercato di ucciderlo. Il Corriere di Bergamo ha raccontato che la donna, nata in India e cresciuta a Gazzaniga da genitori italiani che l’hanno adottata, poche settimane prima della morte del figlio, aveva chiamato il compagno Cristian Zorzi per dirgli che il piccolo Mattia non respirava più. Un terribile dejavu per l’uomo, che l’anno prima aveva visto morire la figlia. I medici in quell’occasione hanno salvato il piccolo e lo hanno dimesso. Alla luce delle indagini che hanno portato all’arresto della 27enne, i carabinieri della Sezione operativa della compagnia di Bergamo ritengono che quello fu un primo tentativo da parte della madre di uccidere il figlio. Sul corpo del piccolo è stata effettuata l’autopsia che ha fatto emergere similitudini con la scomparsa della sorellina. L’ipotesi è che la donna abbia soffocato il piccolo stringendolo tra le braccia, mentre con la figlia avrebbe usato un cuscino.

Monia Bortolotti, arrestata per duplice infanticidio: “Nessun disagio psichico”

Secondo gli inquirenti, il movente per il doppio infanticidio sarebbe la frustrazione provocata nella madre dal pianto dei neonati. La donna è stata ritenuta lucida e fredda, capace di intendere e volere. “Lucida, ben orientata, con grande capacità di linguaggio, razionalizzazione e freddezza” così l’hanno descritta gli inquirenti. Nel corso dell’indagine non è emerso un disturbo di tipo psichico della donna, per cui si ritiene che abbia agito con grande lucidità e grande freddezza, caratteristiche dimostrate anche dopo aver scoperto di essere sospettata di due infanticidi.

Nelle prime settimane di indagini, la 27enne ha pubblicato alcuni post su Facebook che sembrano essere una difesa precostituita. “I sensi di colpa per non aver fatto abbastanza per i miei bambini, per non essere riuscita a salvarli, mi sta distruggendo. Quanto mai ho messo Alice a dormire di lato, quanto mai l’ho messa in culla. Quanto mai ho pensato a sistemare la casa mentre lei dormiva, quanto mai non l’ho controllata meglio. Perché diavolo mi son fatta la doccia?” aveva scritto la donna il 13 ottobre. “Ed è proprio per questo che avevo promesso a Mattia, il suo dolcissimo fratellino, che sarei stata sempre sveglia a controllarlo e cullarlo giorno e notte. E invece sono crollata dal sonno per ben 3 volte dopo il suo ricovero. E l’ultima volta è stato quando, poco dopo, se n’è andato tra le mie braccia” aveva aggiunto. Parole che dopo le indagini assumono un significato diverso.