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Monza, morto il ragazzo 14enne ricoverato per meningite

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Meningite C: morto ragazzo milanese ricoverato ieri mattina, è stato trasferito al San Gerardo di Monza. Iniziata la profilassi sui compagni.

Purtroppo non c’è stato nulla da fare per il ragazzo di 14 anni ricoverato per una meningite un giorno fa, a Monza. Portato in ospedale mercoledì pomeriggio nella struttura di Magenta dopo aver accusato un forte malore, a seguito di alcuni accertamenti è arrivata la pesante conferma della sepsi da Meningococco di tipo C, , la forma infettiva più grave.

Le condizioni del ragazzo si sono drammaticamente aggravate con il passare delle ore, ed è stato immediatamente deciso il trasferimento al San Gerardo di Monza. Molto presto, purtropppo, per l’adolescente è diventata una lotta tra la vita e la morte, le condizioni in cui versava erano gravissime.

Nella serata di oggi il tragico epilogo: il ragazzo, che viveva a Robecco sul Naviglio, è deceduto. Ieri mattina si era rivolto al Pronto Soccorso dell’ospedale di Magenta e, in seguito ad un peggioramento, lì ricoverato. Poche ore dopo, un ulteriore rapido peggioramento ne aveva determinato il trasferimento all’ospedale San Gerardo di Monza. Un andamento rapido tipico della sepsi meningococcica che si complica.

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Poco prima che morisse, Andrea Gori, direttore del reparto Malattie Infettive del San Gerardo di Monza e docente dell’università di Milano Bicocca, aveva dichiarato che “il ragazzo è in condizioni gravissime, è in ECMO (ossigenazione extracorporea a membrana), una tecnica di assistenza cardio-respiratoria. L’infezione da meningococco è un’emergenza medica, il suo andamento è definito fulminante. La rapidità con cui il quadro clinico evolve è il problema. I sintomi d’esordio sono simili a quelli di una faringite virale. Ma il problema della sepsi è che la sua evoluzione è rapidissima e in ora in ora le condizioni peggiorano.”.

L’appello dell’infettivologo Andrea Gori

L’appello dell’infettivologo è, in primo luogo, quello di vaccinarsi. Inoltre, la diagnosi precoce può salvare la vita: “bisogna cercare il più possibile, soprattutto i medici di medicina di generale e nei pronto soccorso, di cercare i sintomi che possano ricondurre a infezione”. A complicare le cose, però, è stata l’atipicità del periodo in cui il ragazzo ha contratto la malattia: “Un caso abbastanza atipico perché la fase di maggiore diffusione è nel periodo primaverile”.

Spiega, ancora, Andrea Gori: “Il virus si trasmette per via orale, ma per contatti ravvicinati, a meno di un metro per un periodo prolungato. Ma le strutture di igiene sono bravissime nel circoscrivere chi deve andare incontro a profilassi.”.

La profilassi

La profilassi è già stata avviata in coloro, famigliari, insegnanti e compagni, che hanno avuto contatti con il ragazzo negli ultimi dieci giorni. “Sono già stati sottoposti a profilassi i contatti stretti del ragazzo: tre familiari e nove amici – ha fatto sapere l’assessore Gallera – I compagni di classe e i docenti del ragazzo frequentante la 1° superiore dell’Istituto tecnico industriale Alessandrini di Abbiategrasso, sono già stati informati da Ats Milano e saranno sottoposti a profilassi antibiotica presso il presidio Ats di Abbiategrasso che si trova a pochi metri dalla scuola.”.