La morte di Ornella Vanoni segna la fine di un’epoca per la musica italiana. Figura leggendaria e voce unica, la sua carriera ha attraversato decenni, generi e collaborazioni internazionali, lasciando un segno indelebile. Le sue ultime parole, tra dolore fisico e lucidità creativa, rivelano l’incontenibile forza di un’artista che, fino alla fine, ha guardato avanti con passione e dedizione.
Morta Ornella Vanoni, una carriera monumentale e un’eredità artistica senza tempo
Dagli esordi teatrali negli anni Cinquanta al debutto musicale con le celebri “canzoni della mala”, Ornella Vanoni ha attraversato generi e generazioni con uno stile inconfondibile. La sua voce, capace di passare dal pop alla bossa nova fino al jazz, l’ha portata a collaborare con giganti internazionali e a costruire un repertorio vastissimo, oltre 100 lavori pubblicati e più di 55 milioni di copie vendute.
Negli ultimi anni, nonostante la stanchezza che lei stessa ammetteva – “Credevo davvero di non farcela a finirli” –, era rimasta al centro della scena, continuando a sorprendere il pubblico e chi lavorava al suo fianco.
Morta Ornella Vanoni, le ultime ore e la lucidità di un’artista inquieta
Le frasi pronunciate da Ornella Vanoni poco prima della sua scomparsa restituiscono l’immagine di una donna ancora perfettamente consapevole, nonostante la sofferenza.
“Non sto bene… ho un dolore, sai come un coltello che ti trapassa la schiena“, confidava in una telefonata a Maurizio Porro del Corriere della Sera, spiegando di voler andare in una clinica di Pavia “dove sono bravissimi“. Le sue parole, riportate da chi le era vicino, mostrano un misto di inquietudine e ostinazione, lo stesso che l’aveva spinta a rimandare la partecipazione televisiva dicendo: “No, domenica non vado da Fazio… ci andrò domenica prossima“.
Quella promessa mancata è diventata il simbolo di un addio improvviso, arrivato il 21 novembre a 91 anni, dopo una vita intera dedicata all’arte in ogni sua forma. Anche nel suo ultimo periodo, segnato dalla fatica e dai problemi di salute – “Non sai che sono stata tutta l’estate in ospedale per il cuore?” – continuava a progettare, a programmare, a guardare avanti, come se nulla potesse arrestare davvero la sua energia creativa.