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Morte del giovane bodybuilder: 4 arresti

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Arrestate a Foggia quattro persone coinvolte in un pericoloso giro di doping. Tutto era iniziato l'anno scorso, a sequito della morte di un bodybuilder.

Quattro arresti per la morte di Giovanni Racano

La storia ha inizio ad aprile 2016, quando, il giorno 17, il bodybuilder Giovanni Racano, 30 anni muore all’ospedale San Paolo di Bari. Il padre vede cose sporche e sospette attorno al figlio e alla sua morte, e quindi denuncia. Giovanni Racano è deceduto per setticemia, in seguito all’assunzione di una sostanza anabolizzante in vista di una gara. Parte così l’operazione Spartacus, e oggi i militari della guardia di finanza e gli agenti della squadra mobile hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari, richiesta dalla Procura di Foggia, contro 4 persone. La morte del culturista è arrivata quasi in concomitanza con il malore di un altro atleta frequentante la stessa palestra, poi risultato fuori pericolo di vita.

Indagini e perquisizioni

Pochi giorni dopo la denuncia, la Procura dauna ha fatto compiere perquisizioni in alcune palestre e in case private, sequestrando così diverse sostanze. Sono state trecento, in tutto, le fiale e i flaconi di anabolizzanti e sostanze dopanti scoperti da polizia e finanzieri nelle disponibilità di Claudio Imperio, titolare della palestra. Imperio, un bodybuilder compione mondiale over 40, ed era anche un riferimento per molti sportivi della zona.

Tutto il materiale sequestrato era celato nell’abitazione e in un magazzino in uso a Claudio Imperio. Al suo interno, gli inquirenti hanno rinvenuto anche quello che potrebbe essere una sorta di registro per la compravendita delle sostanze dopanti, che vedrebbe tra i clienti almeno 15 bodybuilder della zona di Foggia. Tuttavia questi sono indicati solamente con il nome di battesimo.

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Trovate numerose sostanze dopanti

Nel locale, vi erano parecchie scatole contenenti farmaci dopanti di dubbia provenienza. Sulle confezioni vi erano indicazioni in lingua straniera, ed erano anche privi del contrassegno del Ministero della Salute. Un bruttissimo segno. Secondo quanto accertato dalla guardia di finanza e dalla polizia, nell’inchiesta gestita dalla Procura della Repubblica di Foggia, la palestra gestita dal signor Claudio Imperio è estranea a quella che sembrerebbe essere una attività parallela del titolare 49enne.

Le quattro persone arrestate sono ritenute responsabili di violazione della normativa anti doping, in particolare del reato di commercio di farmaci attraverso canali diversi dalle farmacie aperte al pubblico.

Questo non è più sport

Purtroppo il doping è una bruttissima piaga dello sport, professionale e non. Forse, non tanto per essere un gesto disonesto, quanto perché si mette gravemente a rischio la salute. Gli atleti devono essere consapevoli di questa realtà per avere la lucidità di capire cosa prendere e non prendere. Mentre gli allenatori, o chi li segue, devono mettere la salute al primo posto, anche prima dei risultati sportivi di qualsiasi livello amatoriale o professionale. Con la salute non si deve scherzare affatto, perché non è un gioco come lo sport. Purtroppo una parte della medicina sportiva non la pensa così, e continua a creare sostanze nuove dopanti.