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Il caso irrisolto del “Mostro di Modena”: otto omicidi e il nuovo appello dei familiari

Mostro di Modena

La serie di otto omicidi attribuiti al “Mostro di Modena”, rimasta senza colpevoli dal 1985 al 1995, potrebbe finalmente giungere a una svolta.

Tra il 1985 e il 1995, la provincia di Modena è stata teatro di una serie di otto tragici omicidi che hanno segnato profondamente la comunità locale. Le vittime, tutte donne, sono state uccise in circostanze misteriose, senza che si riuscisse mai a individuare un colpevole. Il caso, passato alla storia come quello del “Mostro di Modena”, è ancora irrisolto.

Ora, un appello per riaprire le indagini e cercare finalmente la verità che da troppo tempo manca si fa sempre più forte.

Il lungo elenco delle vittime del “Mostro di Modena”: otto donne uccise tra pietre, punteruoli e strangolamenti

Nel agosto del 1985, il corpo di Giovanna Marchetti fu rinvenuto a Baggiovara, con il volto sfigurato da ripetuti colpi di pietra. Nel settembre 1987, Donatella Guerra fu uccisa con una pugnalata al cuore e trovata ai laghetti di Sant’Anna. Due mesi dopo, Marina Balboni venne scoperta strangolata in un fosso a Gargallo. Anche Claudia Santachiara morì per strangolamento, nel maggio 1989 a Campogalliano. Nel marzo 1990, il corpo di Fabiana Zuccarini fu recuperato in un fosso a Staggia. Nel febbraio 1992, Anna Abbruzzese fu strangolata in un fosso a San Prospero. L’ultima vittima nota, Monica Abate, fu trovata senza vita per strangolamento nella sua abitazione nel centro di Modena, il 3 gennaio 1995.

Le vittime erano tutte donne con problemi di tossicodipendenza o prostitute. Nel 2019, il caso del presunto serial killer è stato raccontato in un docufilm di Gabriele Veronesi, e la Procura di Modena aveva deciso di riaprire le indagini. Tuttavia, poco dopo, anche questa volta il caso è stato archiviato.

Mostro di Modena, caso da riaprire? La richiesta della famiglia di una vittima

Una serie di omicidi rimasti impuniti, commessi tra il 1985 e il 1995 ai danni di otto donne in provincia di Modena, potrebbe finalmente vedere una svolta. Tra le vittime si conta anche Anna Maria Palermo, trovata morta a vent’anni nel 1994 in un canale a Corlo, frazione di Formigine, con diverse coltellate al petto. A trent’anni di distanza, i familiari chiedono la riapertura delle indagini.

L’avvocato Iannuccelli ha sottolineato come oggi, grazie alle moderne tecniche scientifiche, sia possibile analizzare i reperti elencati in un lungo verbale, dai quali emerge che Anna Maria presentava lividi sugli avambracci compatibili con un tentativo di presa e ferite da taglio sul petto, suggerendo che all’omicidio potrebbero aver partecipato almeno due persone. Inoltre, vicino al corpo furono rinvenute due siringhe con tipi di sangue diversi tra loro e non riconducibili alla vittima, oltre a un fazzoletto con tracce di rossetto dalla composizione chimica differente rispetto a quello trovato nella sua borsetta.

“Insieme al professor Armando Palmegiani, alla professoressa Valentina Marsella e alla genetista Marina Baldi depositeremo l’istanza. A 20 anni non si può morire così e rimanere senza giustizia“, ha dichiarato il legale.