Resta avvolto nel mistero il naufragio che ha visto il 38enne Davide Calvia perdere la vita. Il corpo dell’uomo, ritrovato lo scorso 22 aprile, è stato sottoposto ad autopsia e i risultati riportano ancor più anomalie. Le indagini continuano mentre la famiglia aspetta di conoscere la verità.
La morte di Davide Calvia resta un mistero: autopsia evidenzia presenza di politraumi
Ricostruiamo la vicenda: il 12 aprile scorso Calvia, insieme al cugino Giovanni Pinna, si trovavano su una barca al largo del golfo dell’Asinara. Imbarcazione che s’è poi ribaltata.
Pinna è stato ritrovato circa 24 ore dopo, miracolosamente ancora in vita: trasportato in gravi condizioni all’ospedale civile di Sassari, adesso è fuori pericolo.
Solo giorni dopo il mare ha riconsegnato anche il corpo di Calvia, che è stato ritrovato in una caletta poco prima di Lu Bagnu, a pochi chilometri da Castelsardo, in provincia di Sassari, lo scorso 22 aprile. Sul cadavere è stata disposta l’autopsia, che ha riscontrato la presenza di politraumi.
Certo è che il corpo del 38enne è rimasto per giorni in balia degli scogli e delle onde, dunque è probabile che le contusioni siano state provocate sul corpo di Calvia quando era già senza vita. A chiarirlo però saranno i risultati finali dell’esame autoptico.
Il cugino è indagato per naufragio colposo
Intanto il cugino di Calvia, Giovanni Pinna, è stato indagato per naufragio colposo. Il suo avvocato, Luca Barrocu, ha così riferito: “Il mio assistito sta ancora male, sia fisicamente che psicologicamente. È sotto choc e appena starà meglio sarà a disposizione degli inquirenti per chiarire qualsiasi aspetto dell’incidente. Ha già fornito ai carabinieri una versione dei fatti, ma è disponibile a rispondere a ulteriori domande“.
Bisognerà chiarire innanzitutto su quale imbarcazione si trovassero i due, considerato anche che nessuna barca è stata finora individuata, ma sono tanti altri gli aspetti di questa vicenda che risultato poco chiari agli inquirenti. Le indagini continuano.