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Negli anni '70 donarono lo sperma per la ricerca: ora scoprono di essere padri

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Gli uomini, coinvolti in un progetto di ricerca, sono diventati padri involontari dopo aver donato il proprio sperma

In Svezia almeno tre militari di leva, che hanno partecipato ad un progetto di ricerca tra gli anni ’60 e ’70, sono diventati padri a loro insaputa. Secondo il test del DNA, lo sperma è stato utilizzato per l’inseminazione presso l’ospedale universitario di Uppsala.

Donarono sperma per la ricerca: scoprono di essere padri

La notizia è stata data dalla televisione di servizio pubblico svedese, che ha contattato 256 uomini che hanno prestato servizio militare presso la Scuola di Stato Maggiore e di Collegamento di Uppsala in quel periodo. 17 di loro hanno donato lo sperma, dietro un corrispettivo giornaliero di 50 corone, per un progetto che studiava la possibilità di congelarlo. Quasi tutti erano convinti che il seme sarebbe stato usato solo a scopo di ricerca scientifica.

L’ipotesi del furto

I test del DNA hanno dimostrato che almeno tre sono padri biologici di uno o più bambini. I neonati sono stati concepiti attraverso l’inseminazione presso l’ospedale di Uppsala. “Siamo stati ingannati” ha dichiarato un ex militare, che è diventato padre senza saperlo. La persona responsabile della ricerca era il Professor Carl Gemzell, luminare di fama internazionale e specialista della fertilità, che lavorava con le inseminazioni presso la clinica femminile. Il medico è, tuttavia, ormai deceduto.

La reazione dell’ospedale

Siamo sconvolti, non riusciamo a credere che possa essere vero” le parole di Anna-Karin Wikström, direttrice della ricerca presso l’ospedale universitario di Uppsala. “Può darsi che si siano seguite le leggi e i regolamenti dell’epoca, ma penso comunque che sia incredibilmente immorale” ha aggiunto ai microfoni del programma svedese Uppdrag granskning. Sebbene la principale pista degli investigatori sia il furto di sperma, dalle indagini al momento è emerso solamente un episodio simile nella clinica femminile di Halmstad. Qui lavorava un medico, anch’esso deceduto, che faceva parte dell’equipe del professor Gemzell a Uppsala.