La recente scomparsa di Nicola Pietrangeli, icona del tennis italiano, ha acceso riflettori e curiosità non solo sui suoi straordinari trionfi, ma anche sul rapporto con le nuove generazioni di campioni. Tra i nomi al centro dell’attenzione c’è Jannik Sinner: mentre il mondo dello sport ricorda con affetto Pietrangeli, il giovane talento altoatesino resta al momento al margine dei tributi pubblici, alimentando domande sul rispetto e sull’eredità lasciata dalla leggenda azzurra.
I funerali di Nicola Pietrangeli: un omaggio alla leggenda
Filippo Pietrangeli ha accolto i giornalisti davanti al campo che porta il nome di suo padre, Nicola, in occasione dell’ultima partita di una carriera straordinaria. Racconta a La Repubblica: “La camera ardente sul ‘Nicola Pietrangeli’, al Foro Italico, era il suo desiderio. Aveva vissuto quell’intitolazione come un enorme onore. Enorme perché raro, unico. A quanti sportivi ancora in vita era stato dedicato uno stadio o un palazzetto?”.
Nicola, sottolinea il figlio, non era legato solo a Roma: “Era cittadino del mondo. Amava Parigi, Montecarlo, parlava diverse lingue e ci incoraggiava a impararle: inglese, francese, spagnolo, russo. Ha avuto una vita incredibile, ma una morte dolorosa. Mi piacerebbe dire il contrario, ma non se n’è andato serenamente. Nonostante ciò, ha sempre cercato di essere positivo con noi, senza gravarci dei suoi dolori”.
L’ultimo periodo della vita del campione è stato segnato da lutti familiari e malattia. Filippo ricorda: “Ha perso mia madre, Susanna Artero, e un figlio nell’arco di quattordici mesi. La morte di mio fratello Giorgio, a 59 anni per un cancro, ha sconvolto le sue certezze: per lui era innaturale che un figlio potesse morire prima di un genitore”.
Sul rapporto con le nuove generazioni di tennisti, chiarisce: “Non era affatto geloso di Jannik Sinner. Diceva: ‘Io ho vinto questo, questo e quest’altro. Quando Jannik vincerà questo, questo, questo e quest’altro, lui sarà il numero uno e io il numero due“.
Filippo ricorda inoltre i momenti più memorabili della carriera del padre: la vittoria su Laver agli Internazionali d’Italia del 1961 e la Davis del 1976 da capitano. “Nella bara indosserà la cravatta della Coppa Davis. La tomba sarà semplice, bianca, essenziale come una volée, come un ace”.
Nicola Pietrangeli, l’accusa del figlio a Sinner: “Non è arrivato”
La scomparsa di Nicola Pietrangeli, avvenuta all’età di 92 anni, ha suscitato cordoglio in tutto il mondo sportivo. Per la giornata odierna previsti la camera ardente al Foro Italico e poi i funerali in forma privata.
La famiglia ha ricevuto numerosi messaggi di affetto da parte di atleti, giornalisti e personalità politiche. Tuttavia, l’assenza di un ricordo pubblico da parte di Jannik Sinner ha suscitato curiosità e qualche polemica. Dopo alcune indiscrezioni, l’entourage di Sinner ha dichiarato tramite Ansa che il giovane campione avrebbe espresso condoglianze in forma privata alla famiglia, ma Filippo Pietrangeli ha precisato: “Se ha scritto un telegramma, non è ancora arrivato. Papà ha sempre stimato Jannik e gli ha detto quello che doveva dire nel momento giusto”.
Anche Marco Pietrangeli, altro figlio del campione, ha commentato: “Non conosco Sinner, non so cosa pensi di mio padre. Il ragazzo è sveglio e avrà fatto le sue valutazioni”. Durante la camera ardente, ha aggiunto: “Il saluto di Jannik? Non so, non ho visto”.
Oltre all’assenza del campione altoatesino, avrebbero suscitato attenzione anche i silenzi di Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego. Invece, molte protagoniste recenti della Billie Jean King Cup hanno voluto omaggiare Pietrangeli, tra cui Jasmine Paolini, Sara Errani, Elisabetta Cocciaretto, Lucia Bronzetti e Tyra Grant.