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Omicidio di Garlasco, l'informativa dei Carabinieri: "Indagini lacunose, forse esiste un complice"

Omicidio Garlasco

I Carabinieri hanno rivelato che ci sono degli aspetti delle indagini sull'omicidio di Garlasco che risultano poco chiari.

L’omicidio di Garlasco è ancora molto oscuro, secondo quanto hanno riportato i carabinieri del Nucleo investigativo di Garlasco. Il Settimanale Giallo ha ottenuto la lunga informativa delle forze dell’ordine, che sottolinea alcuni aspetti poco chiari sul delitto della giovane Chiara Poggi

Omicidio di Garlasco: aspetti poco chiari secondo i Carabinieri

Nell’informativa viene evidenziata l’ipotesi di un possibile complice nel delitto e altri aspetti dell’indagine che sono stati definiti “lacunosi e poco chiari” e che gettano nuove ombre molto inquietanti sull’omicidio di Chiara Poggi. L’unica persona ad essere condannata per la morte della ragazza è Alberto Stasi, suo ex fidanzato, che secondo gli agenti avrebbe ucciso Chiara Poggi nella sua casa di Garlasco ad agosto del 2007. Stasi ha ricevuto una condanna di 16 anni di reclusione. Il 7 luglio 2020, i carabinieri di Milano, dopo aver analizzato nuovamente gli atti del fascicolo processuale, hanno redatto una nuova nota dettagliato su quanto raccolto dalle indagini. Ci sono dei punti che ancora rimangono irrisolti e poco chiari, che andrebbero sicuramente rivisti. 

Quanto narrato indica alcuni aspetti lacunosi dal punto di vista investigativo e poco coerenti con la dinamica del delitto. La complessiva analisi delle investigazioni svolte all’epoca individuerebbe alcuni elementi degni di approfondimenti investigativi, poiché, fermo restando gli elementi a carico di Stasi, bisognerebbe prendere in considerazione la presenza di un complice” è stato riportato. A marzo è stata respinta la seconda richiesta di revisione del processo avanzata da Alberto Stasi. La difesa dell’ex fidanzato di Chiara Poggi, tre anni fa, aveva indicato come colpevole un amico del fratello della ragazza. Il dna di quest’ultimo era stato trovato sotto le unghie della giovane, ma l’istanza era stata respinta. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la ragazza non era riuscita a difendersi dall’aggressore e quelle sotto le unghie erano tracce biologiche non collegate all’omicidio.