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Omicidio Yara Gambirasio, nuovi campioni di DNA. Bossetti: "Io come Olindo e Rosa"

Omicidio Yara Gambirasio: 54 nuovi cambioni di Dna

Massimo Bossetti spera ancora nei campioni di Dna depositati in Tribunale per dimostrare la sua innocenza nel caso dell'omicidio di Yara Gambirasio.

Massimo Bossetti, già condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio, spera nei campioni di Dna depositati in Tribunale per dimostrare la sua innocenza.

Omicidio Yara Gambirasio, spuntano 54 nuovi campioni di DNA

Massimo Bossetti spera nei campioni di Dna depositati in Tribunale per dimostrare la sua innocenza nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, per il quale è stato condannato in via definitiva. Dopo il via libera dei giudici all’accesso ai quei 54 reperti, come chiesto dai legali del muratore di Mapello, Bossetti è convinto di poter dimostrare la sua innocenza. Ha anche paragonato la sua vicenda a quella del delitto di Erba, per cui sono in carcere Olindo e Rosa. “Finalmente mi viene concessa la possibilità di fare la ricognizione dei reperti. n raggio di sole è riuscito a penetrare nell’oscurità di questo grande buio. Non mi faccio abbattere dall’ingiustizia, tengo viva la speranza di credere che la giustizia ancora esiste” ha dichiarato Massimo Bossetti in alcune dichiarazioni scritte rilasciate a Marco Oliva, conduttore della trasmissione Iceberg su Telelombardia, che si occupa del caso. “Quello che più oggi spero è che quei campioni di Dna non siano così davvero mal custoditi come si è sentito dire, ma che possano essere ancora utili attraverso indagini difensive con appositi macchinari più sofisticati rispetto al passato, dato che la scienza si è molto evoluta” ha spiegato l’uomo.

Omicidio Yara Gambirasio: non sono state autorizzate ulteriori analisi

In realtà per ora l’unico via libera ai difensori di Bossetti riguarda l’accesso e la ricognizione dei reperti, ma non sono state autorizzate ulteriori analisi. Queste potranno essere richieste solo in un secondo momento e giudici dovranno stabilire se concedere il permesso. La Procura ha spiegato che al momento è permesso solo “l’accesso e la sola osservazione dei reperti, previa adozione di ogni cautela atta a garantire l’integrità dei medesimi, e con esclusione di ogni attività implicante interventi di altra natura, come anche di ogni attività, non importa se ripetibile o meno, che comporti il contatto fisico con gli oggetti“. I pm si oppongono, ricordando che “non esiste un quarto grado di giudizio” e la condanna è già definitiva. “Nel mio caso trovo che sia tutto altamente vergognoso ed irrispettoso che a distanza di 9 anni dal mio disumano arresto ad oggi ancora rimango all’oscuro sull’esistenza di questi reperti, sul loro stato di conservazione e di come attualmente si presentano. La mia speranza dopo la decisione della Cassazione è quella di vedere affrettare i tempi alle indagini” ha dichiarato Bossetti.

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