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Omofobia nelle scuole: è questo il futuro a cui dobbiamo abituarci?

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Caso isolato? Eccezione? O forse le chiazze rosse di un virus sottovalutato che macchia la pelle quando è ormai in circolo.

Accade che in un liceo si organizzi un’assemblea d’istituto su diritti lgbt e malattie sessualmente trasmissibili. Accade che, pochi giorni dopo, davanti a quel liceo appaia un volantino ripugnante: “I gay infettano il mondo”. Accade a Milano, ma non solo a Milano. Anzi.

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La scuola, fonte di cultura, è stata avvelenata. Politicizzata, il termine più corretto; manipolata, quello che spiega meglio il triste uso che se ne è fatto, con la polemica sull’orientamento sessuale di Elsa di Frozen apice del surreale. La campagna elettorale perfino nei cartoni animati. Come se Biancaneve, Cenerentola, Aladdin e centinaia di fiabe con il principe che sposa la principessa avessero cancellato l’omosessualità a forza di favolosi matrimoni etero.
Il problema è che non è detto sia un isolato episodio da giorni elettorali, anzi. L’ipotesi di un governo Salvini, uno che non si è fatto scrupoli a piegare il Vangelo ai suoi interessi, è il peggiore degli scenari per un’istruzione che si sta già capovolgendo: da fonte di idee a spugna delle ideologie.

D’altronde i più esposti al rischio sono proprio i ragazzi: a quell’età le loro personalità fluide sono ancora alla ricerca del proprio contenitore. A quell’età l’estremo attrae più del moderato. Come su internet i più giovani incontrano le crudeltà del mondo senza filtri, lo stesso sta accadendo nelle classi senza anticorpi, dove i banchi diventano schieramenti dai quali non si uscirà più.

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Un cambiamento sottovalutato mentre sorridiamo ai bollini colorati dei programmi tv, ignoriamo gli avvertimenti per contenuti non adatti ai minori, condividiamo morbosamente i video che potrebbero urtare una sensibilità che ha fatto il callo. “Tanto i ragazzi di oggi, ormai…” come se nell’arco di una generazione l’umanità fosse diventata d’un tratto precoce. Il diritto di ogni giovane a formare il proprio pensiero liberamente è diventata la giustificazione al nostro scarico di responsabilità.
Mai come oggi, invece, noi adulti dobbiamo riaffermare il ruolo di educatori. Ne va del futuro.