La morte di Ornella Vanoni ha scosso profondamente Milano, la città che l’ha vista nascere, crescere artisticamente e diventare una delle voci più amate del panorama italiano. In queste ore, il capoluogo lombardo le rende omaggio con una partecipazione intensa e affettuosa alla camera ardente, accompagnando il suo ultimo viaggio con ricordi, testimonianze e gesti di gratitudine che raccontano quanto fosse radicata nella vita culturale e sentimentale della città.
Ornella Vanoni e l’eredità di una voce unica
La morte di Ornella Vanoni, avvenuta a 91 anni, chiude una parabola artistica che ha attraversato oltre sei decenni di spettacolo, da quando nel 1956 iniziò la sua carriera al Piccolo Teatro insieme a Giorgio Strehler, che la considerava «una parte profonda» della storia della compagnia.
La sua Milano è stata il centro di tutto: Brera, le amicizie con Alda Merini e Bettino Craxi, le esibizioni, i premi, fino alla laurea honoris causa consegnata l’11 giugno. Vanoni amava scherzare sul futuro — «la bara deve costare poco» — e aveva scelto persino il vestito delle ultime volontà, «è di Dior».
Colleghi come Orietta Berti l’hanno salutata parlando di «voce unica, eleganza e profondità», mentre la città che ha accompagnato ogni suo passo prepara un omaggio duraturo, perché — come ha detto una cittadina lasciando una rosa rossa — «Milano non ti scorderà mai».
Ornella Vanoni, aperta la camera ardente: in migliaia in fila per l’ultimo saluto all’icona della musica
Il feretro di Ornella Vanoni è giunto al Piccolo Teatro Grassi accompagnato dagli applausi dei passanti di via Dante, in una domenica insolitamente raccolta. La bara, in legno chiaro e senza ornamenti, rispecchiava le sue volontà: «tanto andrà bruciata», aveva detto con la sua ironia inconfondibile.
Ad accoglierla c’erano il sindaco Giuseppe Sala e l’assessore Tommaso Sacchi, insieme ai cittadini che si sono messi in fila sin dalle prime ore del mattino per la camera ardente, aperta fino alle 14 e destinata a riaprire il giorno successivo dalle 10 alle 13.
Milano ha voluto stringersi attorno alla sua “figlia più brillante”, come l’ha definita l’ex sindaca Letizia Moratti, mentre Sala ha ricordato che Vanoni «era una donna straordinaria», capace di incarnare «la voglia di essere liberi» propria della città.
Tra i presenti anche volti del mondo dello spettacolo, come Renato Zero e Mario Lavezzi, che ha lasciato un grande cesto di rose bianche confessando: «La sentivo tutti i giorni. Sono devastato». Lunedì, durante i funerali nella chiesa di San Marco nel cuore di Brera, Milano osserverà il lutto cittadino per onorare una figura che, come ha detto il Presidente Mattarella, «ha lasciato un segno profondo nella storia della musica leggera».
Una donna libera. Questa è stata Ornella Vanoni. Una delle più belle voci della musica italiana, una voce elegante e profonda. Ci lascia canzoni eterne.
La sua Milano, che l’ha sempre amata, non la dimenticherà— Beppe Sala (@BeppeSala) November 22, 2025