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Papà nasconde registratore sul figlio: scopre comportamenti sconcertanti dell'insegnante

Papà

Un papà nasconde un registratore sul figlio per scoprire cosa ha fatto cambiare il suo carattere: non immaginava che la causa fosse l'insegnante del figlio.

I genitori amorevoli sono tra le persone che meglio conoscono i propri figli. Se qualcosa non va nel proprio figlio, sono in grado di rendersene conto subito. Seguire il proprio istinto genitoriale è meglio che fermarsi alle semplici parole. In casi di necessità un intervento tempestivo e repentino può essere risolutivo contro i problemi di un figlio. Specie se il proprio figlio necessità di attenzioni speciali. Questa è la storia di con un papà ha scoperto che cosa a scuola turbasse suo figlio. Il registratore è stata l’arma di questo papà che ha portato alla luce una scomoda verità.

La storia è di qualche anno fa, avvenuta nella scuola elementare “Horace Mann“, Cherry Hill, nel New Yersey. Vale la pena di essere raccontata, anche perché ha dette tristi risonanze con dei casi accaduti nelle cronache recenti in Italia.

I sospetti del papà

Siamo nel 2012. Stuart Chaifetz è un papà come tanti altri, attento alla salute del proprio figlioletto Akian, che ha solo 10 anni. Il bambino soffre di autismo, motivo per cui la scuola gli ha affidato un insegnante di sostegno che lo aiuti nello studio. Nonostante la malattia, il bambino è tranquillo, di carattere solare e felice. Sembrava avesse tutto quel che necessitava, sia a casa che a scuola.

Dopo un anno, il papà di Akian nota dei cambiamenti nell’atteggiamento e nel carattere del figlio: è scontroso e aggressivo. Un comportamento anomalo in un ragazzo che poco tempo prima si era dimostrato tranquillo ed equilibrato. Il papà Stuart decide così di indagare. Chiama un comportamentista per capire la situazione, ma la risposta non lo soddisfa. Tanto che decide di fare qualcosa di più radicale. Decide di nascondere un registratore sul figlio per avere le risposte che cerca. Sospetta infatti la presenza di un bulletto.

La registrazione

Il risultato lo lascia sconcertato ed esterrefatto. La registrazione di 6 ore fa sentire al padre quel che succede in classe al bambino: il suo insegnante di sostegno, la sua ancora nel lungo percorso dell’istruzione, lo maltratta. Lo insulta continuamente ad ogni sbaglio, apostrofandolo con nomignoli cattivi ed osceni. Lo minaccia sempre con delle punizioni e ripetutamente gli urla contro. A ogni domanda del bambino di voler vedere il proprio papà, l’insegnante risponde sempre un con tremendo e violento “no” urlato.

Insegnanti-bulli

A papà Stuart la cosa non piace, ma appare cristallina la situazione: finalmente sa cosa tormenta il figlio autistico Akian. Resta ad ascoltare la registrazione per vedere se qualcosa di nuovo salta fuori. La sua pazienza viene pienamente ripagata: scopre che l’insegnante oltre ad aver fatto il bullo con il figlioletto, mantiene in classe un atteggiamento poco consono alla sua posizione di educatore insieme ad un altro collega, un assistente. I due infatti parlano ad alta voce usando un linguaggio osceno per i più piccoli, commentano insieme le bevute e le sbronze fatte assieme, e arrivano a parlare persino di sesso in classe. Davanti a una classe delle elementari.

Per papà Stuart questo è troppo: forse non arriverà in tribunale con quella registrazione, ma non conta. La fa così pervenire al consiglio scolastico che immediatamente fa licenziare i due insegnati. Una storia di bullismo finita bene per il piccolo Akian.

Casi in Italia

Casi simili purtroppo vengono registrati anche in Italia, con risultati che lasciano basiti genitori, insegnanti e forze dell’ordine. Si passa dai casi di violenza verbale, come nella storia di Akian che vi abbiamo raccontato, a casi di violenze fisiche ripetute. Violenze che mutano l’atteggiamento dei piccoli e modificano in maniera semi-permanente il carattere dei bambini, costretti a fare i conti negli anni a seguire con queste inspiegabili e immotivate violenze.