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Patrick Zaki vuole tornare a Bologna per la laurea: a che punto sono i processi Regeni

Zaki laurea

Patrick Zaki cosegna la tesi e deve chiedere il permesso per potersi laureare in Italia.

Deve laurearsi in Italia ma è ancora costretto a chiedere un permesso di viaggio alle autorità egiziane. Patrick Zaki sarà dottore entro il 6 luglio al Master Internazionale GEMMA (in women’s and gender studies) di Bologna, corso di Laurea magistrale in Letterature moderne, comparate e postcoloniali. Non è ancora libero di circolare oltre i confini egiziani, per questo dovrà chiedere alle autorità egiziane un permesso che lo esoneri dal divieto di viaggio per raggiungere il capoluogo emiliano. “Vorrei discuterla a Bologna”, fa sapere lo studente.

Patrick Zaki consegna la tesi e chiede di tornare in Italia

È lo stesso ricercatore egiziano ad annunciare le date della discussione del suo lavoro incentrato su media e studi di genere con relatrice la professoressa Monticelli. “Ho consegnato la copia finale della mia tesi all’Università di Bologna, a quattro anni dall’inizio di quel lungo e faticoso percorso. L’Ateneo mi ha avvisato che le date per la discussione saranno il 4, 5 o 6 luglio”.

Si attende la risposta del governo egiziano

Ieri Zaki ha presentato una nuova richiesta al procuratore generale egiziano. Ha chiesto nuovamente il permesso di poter rientrare in Italia, partecipare alla sessione e alla cerimonia di laurea. Un’attesa e una speranza affinché, almeno questa volta, visti i depistaggi e le omertà sulla sua vicenda (e sulle torture che hanno ucciso Giulio Regeni) “prevalga la ragione”.

Al suo fianco, sia l’Università di Bologna Alma Mater (che vorrebbe riabbracciarlo presto), che Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Speriamo che di fronte a una scadenza così importante per la vita accademica di Patrick, le autorità egiziane possano per una volta manifestare umanità e concedere a Patrick un esonero dal divieto di viaggio che possa consentirgli di discutere in presenza la sua tesi”.

Il rettore Giovanni Molari esprime ammirazione per “un ragazzo ormai diventato uomo”. “La sua laurea – osserva Molari – è un traguardo importante che Patrick ha perseguito con la generosità e la tenacia che lo contraddistinguono, anche nelle difficili condizioni personali che continua a vivere. Saremo con lui per il momento della sua proclamazione, alla quale sarò personalmente presente per esprimergli il sostegno e l’ammirazione dell’Ateneo”.

Verità per Giulio Regeni

Il destino di Zaki si intreccia con quello di Giulio Regeni, che non potrà mai più difendersi, poiché seviziato e abbandonato in un fosso lungo la strada del deserto Cairo-Alessandria, a pochi passi dal centro dei servizi segreti egiziani. Intanto, il processo “Verità per Giulio Regeni” è ancora fermo. Nella partita a scacchi tra governo italiano e autorità egiziane, non si sono fatti passi avanti. A marzo 2023 l’Avvocatura dello Stato ha congelato la possibilità che la premier Giorgia Meloni e il ministro Antonio Tajani possano testimoniare in tribunale. Senza le notifiche agli imputati il processo non può andare avanti.

Non procede nemmeno il processo contro Zaki, rinviato per la decima volta. Sulla sua posizione grava un mandato di cattura delle autorità egiziane con accuse di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. Dalla sua parte c’è il Parlamento europeo che il 24 novembre 2022 ha approvato un’altra risoluzione sull’Egitto, criticando la situazione dei diritti umani e chiedendo la liberazione degli attivisti e dei giornalisti che sono in carcere anche per aver osato solo criticare le scelte dei governi.