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Di Maio contro Salvini: “Io non voglio passare per bugiardo”

Di Maio

Luigi Di Maio ha replicato su Facebook con un video da Palazzo Chigi. "Io non voglio passare per bugiardo", ha detto a Matteo Salvini

La battaglia torna incombente. Da una parte il leader della Lega. Dopo aver promesso di “volare a Roma per risolvere i problemi” e mettere fine ai “litigi”, ha avvertito che “inizia ad arrabbiarsi” e che “la pazienza ha un limite”. Non mancano le critiche in merito al dl sicurezza, poi ha spiegato: “In quel Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio scriveva”. In definitiva: “Non passo per scemo“. Quindi ha affermato: “Riscriviamo tutto. Via i condoni, anche quello per Ischia”. Nella convinzione che comunque “il governo non salterà, non faccio un favore al Pd”. Tuttavia, avverte: “Se lo spread arriva a 350 perché questi litigano, è un problema”.

Il sospetto è che il litigioso botta e risposta possa minare i rapporti interni alla maggioranza e che qualcosa nell’alleanza stretta intorno al contratto di governo si sia “rotto”. Una diretta Facebook dopo l’altra, per spiegare la loro posizione sulla pace fiscale e sul decreto sicurezza. Salvini e Di Maio si affrontano sul social network. Il primo a parlare, dal Trentino, è il ministro dell’Interno Matteo Salvini. La risposta arriva da Palazzo Chigi poche ore dopo, sempre su Facebook, quando si collega il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico.

La replica di Di Maio

Quando si dice che ‘Conte leggeva e Di Maio scriveva’ si dice una cosa non vera. Quello che noi abbiamo memorizzato sono i principi generali dell’accordo sulla pace fiscale, significa che si rivolgeva alle cartelle Equitalia, ai contenziosi in primo e secondo grado. Significa, se vogliamo parlare dell’articolo 9, il 30% massimo in più per la dichiarazione integrativa, il tetto di 100mila euro all’anno e che riguardava una integrazione su cui pagavi il 20%”. Sono queste le prime dure parole pronunciate dal grillino in un video di replica al live di Salvini (in diretta dal Trentino).

Di Maio

Matteo Salvini ha dichiarato che l’articolo 9 è stato letto in Cdm lunedì 15 ottobre 2018. Al contrario, secondo il vicepremier pentastellato non sarebbe stata messa a verbale la lettura del testo di quell’articolo del decreto fiscale. Ha spiegato: “Lunedì non si è mai parlato di condono penale o di fondi esteri. O anche Salvini era d’accordo con il condono penale per i grandi evasori, quindi l’ha sentito non ha detto nulla in Consiglio dei ministri. Ma questo non è vero perché c’erano tutti i ministri Cinque Stelle che possono testimoniarlo. E c’era il premier Conte. Oppure ho ragione io e si sono detti solo i termini generali. Anche perché né io con il decreto dignità né Salvini con il decreto sicurezza abbiamo mai letto in Cdm 50 pagine di commi e articolati e richiami. Ma abbiamo solo spiegato il provvedimento“.

Luigi Di Maio irritato

Di Maio è apparso visibilmente innervosito: “Da bugiardo non voglio passare e anche per questo quando mi si dice che ero distratto io non ci sto”.

E a proposito del dl sicurezza Di Maio ha attaccato ancora Salvini: “Diciamoci anche un’altra cosa: se c’è un dl sicurezza va difeso da tutto il governo, ma se i miei parlamentari hanno presentato emendamenti e ancora non abbiamo trovato un accordo non è colpa del M5S. Non è colpa mia se io e Salvini non ci siamo ancora potuti confrontare sui nodi da sciogliere”. Quindi ha aggiunto con tono stizzito e polemico: “E’ legittimo stare in campagna elettorale in Trentino, ma poi non ci si può lamentare”. E ancora: “Quando si è fatto il decreto legge dignità e tanti giustamente della Lega hanno presentato emendamenti io stavo qua, nei ministeri come oggi a Palazzo Chigi, e risolvevamo a uno a uno tutti i problemi. È legittimo stare in campagna elettorale, che è sacra, ma non ci si può lamentare da una diretta Facebook in Trentino che non abbiamo ancora sciolto il nodo degli emendamenti. Io sono qui“.