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Di Maio sotto pressione a Dimartedì: Salvini ride e applaude

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I due esponenti del governo, invitati a DiMartedì, mostrano la linea attuale, con un Di Maio sulla difensiva e Salvini che si gode lo spettacolo.

A Dimartedì, un siparietto organizzato da Floris e volto a smascherare le tensioni interne al governo, mostra un Luigi Di Maio sotto pressione per le domande di un’eventuale crisi ideale del Movimento 5 Stelle, e un Matteo Salvini che si gode la corsa ai ripari del vicepremier pentastellato.

DiMartedì, Di Maio messo alle strette

Luigi Di Maio, invitato nel talk show serale DiMartedì condotto da Giovanni Floris, si è visto fare dal giornalista domande scomode per tutta l’intervista, come quando si è toccato l’argomento Beppe Grillo: Floris ha citato molti giornali che riportavano la notizia di un distacco del comico genovese dal suo “ex pupillo” perché, sempre citando le fonti della stampa, Grillo reputerebbe Di Maio troppo vicino alla politica tradizionale. Di Maio, mettendo in dubbio la veridicità dei giornali, ha offerto spazio alla frecciatina di Floris “Non ci crede? Crede solo ai suoi (giornali, ndr)?” che ha scatenato l’ilarità di Matteo Salvini, che era in collegamento audio, e si godeva la scena. Di Maio ha risposto al giornalista “Io lo sento al telefono Grillo, non credo che i giornalisti lo sentano al telefono. L’ho sentito oggi pomeriggio“. Floris rincalza “Mi vuole sempre bene, le ha detto?” al che, Di Maio copre le carte, non volendo lasciare trasparire dissidi interni “Non c’è bisogno che si arrivi a questo”.

Le divisioni del governo sulla Tav

Poi l’argomento si sposta sulla Tav. L’ospite chiede al vicepremier, vista la presenza anche di Salvini, se si sono messi d’accordo su una “mini Tav”, una Tav dai costi ridotti. Il ministro del Lavoro, chiaramente spazientito, dichiara di non riuscire più a sostenere le stesse domande dei giornalisti, che, “aprono i Tg sempre con la stessa questione della Tav”. Di Maio non tradisce quindi le due diverse linee di Lega e Movimento 5 Stelle “Troveremo la quadra e non le do titoli per le agenzie” tra gli applausi del vicepremier leghista, evidentemente contento che le cose si risolvano dietro le quinte.