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Giorgia Meloni querela Calenda: "Io burina? Sono stanca degli insulti"

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Giorgia Meloni si scaglia contro la sinistra radical chic: "Nel merito politico hanno poco da dire e quindi affermano che sono una cozza o un cesso".

Dopo il botta e risposta social tra Giorgia Meloni e Carlo Calenda sull’espressione “matrimoni misti”, la leader di Fratelli d’Italia annuncia di voler querelare l’ex ministro dello Sviluppo economico. “Mi sono stufata. Definirmi ‘burina, cozza o un cesso’ è tipico di una sinistra radical chic che vive nei suoi bei salotti”.

Meloni contro sinistra radical

“Sto per querelare Carlo Calenda per le sue dichiarazioni contro di me” annuncia Giorgia Meloni, ai microfoni di Accordi e Disaccordi, talk show condotto da Andrea Scanzi. La leader di Fratelli d’Italia sottolinea infatti di essere stanca di venir insultata.

Mi sono stufata – chiarisce – perché verso di me si prendono delle libertà che io verso gli altri non mi prendo. Definirmi ‘burina’ è tipico di una sinistra radical chic che vive nei suoi bei salotti. Vuol dire che di me nel merito politico hanno poco da dire e quindi devono dire che sono una cozza o un cesso“.

Il botta e risposta con l’ex ministro dello Sviluppo economico è iniziato dopo un tweet della Meloni, nel quale scriveva: “M5S diffonde fake news sul congresso Wcf Verona, sostenendo che sia contro la libertà delle donne. Dichiarazioni ridicole senza alcun riscontro. Loro invece sono per la droga libera, la propaganda gender, i matrimoni misti: praticamente una comitiva di punkabbestia al governo”.

“Meloni versione burina del KKK”

Pronta la risposta di Carlo Calenda: “Ma ti sei bevuta il cervello? I matrimoni misti! Cosa sei la versione burina del KKK (Ku Klux Klan, ndr). Prenditi una pausa. Lunga”. Poi aggiunge: “Ma quali idee di sinistra. Essere contro i matrimoni misti (religione, razza etc) vuol dire collocarsi tra i movimenti fascisti e razzisti che nei paesi civili sono fuori dall’arco costituzionale e vengono isolati da tutte le forze politiche”.

La leader di Fratelli d’Italia quindi puntualizza: “Mi riferivo alla proposta di Sibilia sui matrimoni di gruppo e tra specie diverse. – e ammette – Misti non è la parola giusta”. Giorgia Meloni ci tiene però a precisare: “Poi non so cosa c’entri ‘burina’, cafone. Evidentemente ormai siete già alla fase in cui vi sbracciate per difendere i Grillini nella speranza di tornare al governo”.

A seguire la Meloni pubblica ciò che aveva scritto su Facebook riguardo i matrimoni multipli e tra specie diverse, evidenziando che la sintetizzazione su Twitter in “matrimoni misti è stato cavalcato dai soliti disperati in cerca di inutili polemiche“.

Calenda ironizza

Carlo Calenda a quel punto cinguetta: “Scuse accettate Giorgia non era dolo ma solo ignoranza nell’uso del termine ‘matrimoni misti’. – ma poi ironizza – Mi raccomando però tieni d’occhio questi benedetti cavalli che non vogliono stare al loro posto e pretendono di sposare noi uomini. Difendi la specie. No ai centauri”.

A chi lo critica invece, l’ex ministro spiega: “Per ciò che mi concerne stigmatizzare la posizione della Meloni contro i matrimoni misti non è una polemica social ma il minimo sindacale se vogliamo che il dibattito pubblico non deragli completamente. Poi certo il lavoro di proposta deve continuare”.