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Migranti, scontro tra Salvini e Trenta: "Ingerenza senza precedenti"

Scontro Salvini Trenta

C'è malcontento tra i vertici militari per la terza direttiva sull'immigrazione clandestina firmata dal capo del Viminale.

È ancora scontro nella maggioranza sulla questione migranti. Questa volta a intervenire contro le linee guida di Matteo Salvini è stato il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che ha dato voce al malcontento tra i vertici militari per quello che, riporta Repubblica, è stato definito uno sconfinamento del Ministero dell’Interno. Il casus belli è la terza direttiva firmata dal vicepremier leghista sul contrasto all’immigrazione clandestina. Si tratta, in particolare, di un documento scritto ad hoc per bloccare la Nave Ionio della Ong Mediterranea. Tra i destinatari della direttiva compaiono il capo di Stato maggiore della Difesa e il numero uno della Marina militare. Ma le forze armate, ha sottolineato Trenta, dipendono dalla Difesa e non dal Viminale.

“Cose inaccettabili in democrazia”

Fonti dello Stato maggiore, interpellate da Adnkronos, hanno definito l’operato di Salvini “una vera e propria ingerenza senza precedenti nella recente storia della Repubblica. Quel che è accaduto è è gravissimo perché viola ogni principio, ogni protocollo e costituisce una forma di pressione impropria nei confronti del Capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli. Non è che un ministro può alzarsi e ordinare qualcosa a un uomo dello Stato. Queste cose accadono nei regimi, non in democrazia. Noi rispondiamo al ministro della Difesa e al capo dello Stato, che è il capo supremo delle forze armate”.

Già nelle ore precedenti era cresciuta la tensione tra il vicepremier leghista ed Elisabetta Trenta, che si era pronunciata contro la chiusura dei porti alle navi umanitarie.

La risposta di Salvini

Non si è fatta attendere la replica di Salvini, che ha descritto la direttiva come “doverosa e legittima per il pericolo imminente“, in riferimento alle 800mila persone che, secondo al-Sarraj, sarebbero pronte a lasciare la Libia alla volta dell’Italia. “Siamo tranquillissimi”, ha continuato il ministro, “perché il Viminale è la massima autorità per la sicurezza interna”. Fonti del Ministero hanno poi sottolineato che il testo unico sull’immigrazione, all’articolo 11, prevede che il ministro della Difesa provveda a emanare “le misure necessarie per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima e terrestre italiana”. Secondo l’articolo 12, invece, le navi della Marina possano essere utilizzate per “concorrere alle attività di polizia in mare”.