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Commissione Difesa, Lega vota contro M5s

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Spaccatura tra Lega e Movimento 5 stelle anche in commissione Difesa. Pentastellati: "Quanto accaduto è molto grave".

I deputati democratici hanno annunciato che la maggioranza è stata battuta in commissione Difesa alla Camera, sulla richiesta di accantonamento dell’articolo 10 del provvedimento di libertà sindacale delle forze armate. Il Pd non si è però limitato a raccontare i fatti, preannunciando anche una crisi di governo: “Le frizioni tra Salvini e il ministro Trenta cominciano ad avere concrete ripercussioni parlamentari. La crisi di governo è sempre più profonda”. La Lega ha infatti votato contro il Movimento 5 Stelle, mettendo in minoranza (25 voti a 13) la relatrice pentastellata Emanuela Corda: “La maggioranza si spacca come una mela sulla legge sulla libertà sindacale delle Forze Armate. La Lega ha votato, con tutte le opposizioni, l’emendamento presentato da Forza Italia” ha riferito il deputato Pd Enrico Borghi dopo la votazione.

Il comunicato di M5s

A seguito della votazione, il Movimento ha diramato un comunicato stampa con cui riferisce il proprio pensiero sull’accaduto: “Quanto successo in commissione Difesa alla Camera è molto grave perché si è deciso di negare al personale militare una tutela garantita a tutti i lavoratori – si legge nella nota -. Il Movimento 5 stelle aveva proposto un emendamento alla legge sulla rappresentanza sindacale dei militari che puntava a confermare la giurisdizione del giudice ordinario, in funzione del giudice del lavoro. Tutte le forze politiche hanno votato un sub emendamento di Forza Italia che per quanto riguarda i diritti di questa specifica categoria, nega l’applicazione dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori”. Dopo aver incassato la sconfitta, i pentastellati sono però passati all’attacco: “In nessun modo questa norma per la tutela dei diritti sindacali avrebbe pregiudicato l’efficienza dello strumento militare. Eppure da parte di tutti i partiti abbiamo trovato un muro nei confronti della nostra proposta. Il voto – concludono – è stato un segnale negativo per i militari e per le loro famiglie che noi speravamo di poter tutelare”.