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Europee 2019, le proiezioni: Lega al 32%, PD 21,7%, M5S 19,6%

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Proiezioni Europee 2019: Lega al 32%, Pd e M5S al 21,7% e al 19,6%. A seguire gli alleati di centrodestra di Forza Italia con il 9% e FI con il 5%.

Dopo gli aggiornamenti delle prime proiezioni del Viminale relative alle Europee 2019, apparse pochi minuti prima della mezzanotte del 27 maggio, la Lega conferma la sua posizione dominante, consolidando la prima piazza nella tornata elettorale delle europee con il 32,1%. Per il secondo posto continua invece il testa a testa tra il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle, con Il Pd che è dato al 22% mentre il Movimento 5 Stelle al 19,5%. A seguire gli alleati di centrodestra di Forza Italia con il 9,4% circa e Fratelli d’Italia con il 5,8%. Lotta infine per suprare la soglia di sbarramento +Europa, con il 3,2%.

Parlano i leader di partito

Il primo a commentare i dati delle proiezioni è il leader della Lega Matteo Salvini, vincitore conclamato di questa tornata elettorale. Sui suoi profili social Salvini si limita tuttavia a postare un’immagine scattata dal suo stratega mediatico Luca Morisi, che lo ritrae mentre regge un cartello con su scritto: “Primo partito in Italia. Grazie!”. A seguire prende la parola Giorgia Meloni, alleata di Salvini nella per ora congelata coalizione di centrodestra, che su Twitter esulta per il superamento della soglia di sbarramento e per i patrioti italiani che sbarcano al Parlamento europeo.

Nessun commento dagli sconfitti

Tra i partiti d’opposizione il primo a prendere parola è Andrea Orlando del Pd, che in conferenza stampa dichiara: “I voti che ci sono arrivati sono una riapertura di credito da parte di pezzi del nostro elettorato. Il Pd però deve cambiare ancora molto rispetto al passato. Fine del bipolarismo Lega-M5s? Se questi fossero i dati, gran parte del lavoro di opinionisti e esperti in questi mesi non sarebbe basato su elementi di fatto”. Ancora nessun commento invece dal Movimento 5 Stelle. Per gli alleati di governo di Matteo Salvini si tratta infatti di drastico crollo di consensi rispetto alle scorse elezioni politiche, che probabilmente richiederà qualche tempo per essere metabolizzato e discusso con la base del movimento.