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Regione Puglia, Michele Emiliano indagato per abuso d'ufficio

Michele Emiliano indagato

Emiliano risulta indagato per la nomina di Francesco Spina, ex sindaco di Bisceglie, come consigliere della società Innovapuglia.

L’inchiesta su presunti illeciti commessi in occasione della campagna elettorale per le primarie del Pd nel 2017 ha portato alla luce nuove accuse nei confronti di Michele Emiliano. Il presidente della Regione Puglia risulta indagato per abuso d’ufficio, in relazione alla violazione della legge Severino. La notizia è stata riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. La magistratura ha notificato al governatore un avviso di proroga delle indagini preliminari in relazione alla nomina dell’ex sindaco di Bisceglie Francesco Spina a consigliere della società Innovapuglia che si occupa della gestione degli appalti centralizzati per la Regione.

La nomina di Spina

L’inchiesta è condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari. Indaga, parallelamente, anche la Corte dei Conti. La firma del documento che sancisce la nomina di Spina a consigliere risale all’agosto 2017. La sua nomina risulta illecita dal momento che, contestualmente, ricopriva anche la carica di primo cittadino della città pugliese. Ma nel curriculum presentato alla Regione Spina avrebbe omesso il “dettaglio” della sua posizione e nessuno, neppure Emiliano, lo avrebbe fatto notare al momento della nomina. Nello stesso periodo, l’ex sindaco di Bisceglie aveva deciso di presentare la propria candidatura alle elezioni politiche del 2018. Ma, in base a quanto stabilito dalla legge Severino, non avrebbe potuto ricevere nomine pubbliche per due anni.

La campagna elettorale 2017

Risale all’aprile 2019 l’apertura dell’inchiesta su Michele Emiliano e sul suo capo di gabinetto, Claudio Stefanazzi, in relazione ai presunti illeciti durante la campagna elettorale contro Matteo Renzi nel 2017. Risultano indagati anche tre imprenditori. Due di loro fanno parte di un’azienda di Bari che avrebbe finanziato, per un totale di 65mila euro, parte della campagna di Emiliano. Il terzo imprenditore è invece il titolare dell’agenzia che si occupò di curare la campagna e che risulta essere creditrice di tale somma.

Emiliano ha denunciato una fuga di notizie, dal momento che la visita degli investigatori della GdF gli era stata preannunciata da una fonte. “Abbiamo fornito piena collaborazione al fine di consentire l’acquisizione di tutti gli elementi utili, nella convinzione di avere operato con assoluta correttezza e rispetto delle leggi”, ha dichiarato in una nota citata da Repubblica.