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Conte ad Accumoli tra le proteste: nessun incontro con i terremotati

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Protestano i cittadini per il divieto di avvicinare il premier durante la visita. Mario Giordano: "Chi sta nei palazzi ha paura della gente".

Giuseppe Conte ha raggiunto Accumoli per la prima tappa delle sue visite nelle zone colpite dal drammatico terremoto del Centro Italia nel 2016. Il premier è stato accolto dal sindaco Franca d’Angeli e dall’assessore regionale Claudio Di Berardino. Presenti anche il primo cittadino di Cittareale, Francesco Nelli, e il prefetto di Rieti, Giuseppina Reggiani. Si tratta della terza visita del presidente del Consiglio alle aree terremotate dall’inizio del suo primo mandato.

“Ricostruzione? Servono anni”

Perché si registri un cambiamento radicale nelle colpite dal sisma del Centro Italia bisogna entrare nell’ottica “che non bastino uno o due anni“, ha spiegato il premier Conte durante la sua visita ad Accumoli. “Per la ricostruzione occorreranno anni ma dobbiamo intervenire per superare alcune criticità. Non è una passerella, conosco i problemi. Stiamo analizzando le criticità”.

Conte ad Accumoli: le proteste

La visita del premier Conte ad Accumoli si è aperta tra le proteste organizzate dall’associazione politico-culturale Area Rieti. I militanti, guidati da Chicco Costini, si sono presentati nel luogo in cui era previsto il passaggio del premier e lo hanno accusato di essersi “venduto per una poltrona“. Gli esponenti di Area si erano già opposti in precedenza alla nascita dell’esecutivo giallorosso e, in occasione del voto di fiducia alla Camera, erano scesi in piazza a Montecitorio insieme a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Giovanni Toti.

venduto per una poltrona

Mario Giordano: “Ha paura della gente”

È polemica per il divieto imposto ai residenti delle aree terremotate di avvicinarsi e incontrare il premier Conte nel corso della sua visita ad Accumoli. “È segno dei tempi”, commenta Mario Giordano, intervistato a Tagadà su La7. “La gente, senza intermediazioni, fa paura. Questo è il motivo per cui probabilmente non si vuole andare alle elezioni. Quello che dicono gli elettori fa paura se non può essere controllato o educato, come ha detto l’altro giorno Occhetto. Chi sta nei palazzi ha paura di quello che dice la gente, ecco perché l’incontro con la folla non può essere un incontro diretto e ci deve essere una mediazione”.