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Sondaggi politici elettorali, crescita per la Lega: in calo Pd e M5s

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Secondo i sondaggi pubblicati da Tecnè la Lega termina la caduta libera iniziata con la crisi di governo, mentre subisce un lieve calo l'asse Pd-M5s.

A quasi dieci giorni dal giuramento del governo Conte II i sondaggi politici elettorali sembrano essersi finalmente stabilizzati per le principali forze politiche del Paese. Nei dati pubblicati da Tecnè nella giornata del 13 settembre la Lega registra infatti un lieve ma significativo rialzo dopo le settimane in caduta libera succedutesi alla crisi di governo. In calo invece i due alleati di governo del M5s e del Pd, che perdono entrambi mezzo punto percentuale.

Sondaggi politici elettorali

Nei sondaggi effettuati da Tecnè e riferiti alla giornata del 12 settembre, la Lega interrompe la striscia negativa registrando una percentuale di consensi del 31,2%, in rialzo rispetto alle precedente misurazione del 5 settembre dove era al 30,7%. Dalla parte opposta abbiamo invece il calo della compagine governativa composta dal Pd e dal M5s, con il partito di Nicola Zingaretti che scende dal 24,4% di sette giorni fa al 23,8%. Per i pentastellati non va invece molto meglio, visto che passano dal 21,7% al 21,2%. Un calo dovuto forse all’insediamento del nuovo governo e all’interruzione della campagna elettorale sui social.

Gli altri partiti

A grande distanza arrivano anche gli altri principali partiti, a cominciare dagli altri rappresentanti della coalizione di centrodestra. Forza Italia si mantiene pressoché stabile, passando dal 7,9% all’8%, mentre Fratelli d’Italia registra anch’esso una lieve crescita spostandosi dal 7% al 7,2%.

Al di sotto della soglia di sbarramento troviamo infine gli altri partiti dell’arco costituzionale. Leggero calo per +Europa, che dal 2,7% passa al 2,6%, e percentuali sostanzialmente invariate anche per i Verdi che dall’1,6% scendono all’1,4%. Ultimo piazzamento invece per La Sinistra che cresce di quasi mezzo punto percentuale salendo dall’1,7% al 2,1%. Chiudono il sondaggio gli elettori che voterebbero altri partiti – in crescita dal 2,3% al 2,5% – e coloro che invece hanno deciso di astenersi o non sanno ancora per chi votare, questi ultimi al 43,4%.