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Il partito di Matteo Salvini segna la prima risalita dalla crisi di governo di agosto, costata al Carroccio diversi punti percentuali. I più recenti sondaggi elettorali, realizzati da Scenari politici-Winpoll per Il Sole 24 Ore, mostrano che la Lega sta riguadagnando consensi, mentre sono in calo i due partiti del Conte bis.
Sondaggi: Lega, Pd e M5s
L’apertura della crisi di governo, per volontà del ministro dell’Interno uscente, ha parzialmente modificato gli equilibri tra i protagonisti della scena politica italiana. Ma, dopo il calo registrato dai sondaggi delle ultime settimane, la Lega torna a crescere e raggiunge il 34% dei consensi, segnando un netto vantaggio sui dem e, soprattutto, sui pentastellati. Il Pd si ferma infatti al 23,3%, confermandosi il secondo partito italiano. Il M5s scivola invece ben al di sotto del 20%, assestandosi al 15,5%.
I partiti minori
Tra i partiti di centrodestra, continua la crescita di Fratelli d’Italia, che sfiora il 9% (8,9%). Recenti indagini statistiche hanno rivelato che la popolarità della leader del partito, Giorgia Meloni, ha superato quella di Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, superata solo da Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Resta alle spalle Forza Italia, con il 6,8% dei consensi.
Tra le fila dello schieramento opposto, supera il 3% solo La Sinistra, con il 3,1%. +Europa si ferma al 2,4%, mentre i Verdi al 2%.
Il governo Conte bis
Quasi un italiano su due (il 41% degli intervistati) si è dichiarato molto contrario al governo Conte bis, mentre il 14% si definisce abbastanza contrario. I sostenitori dell’esecutivo giallorosso si dividono tra gli elettori molto favorevoli (il 13%, percentuale che sale al 33% se si considerano solo gli elettori di Pd e M5s) e gli abbastanza favorevoli (il 28%).
Il 25% degli intervistati è convinto che il Conte bis abbia buone possibilità di arrivare alla fine della legislatura, mentre il 28% prevede la sua caduta entro pochi mesi. Per il 35%, l’esecutivo inciamperà sulle questioni economiche, ma preoccupa anche la gestione delle tasse (17%), dell’immigrazione (14%), del tasso di disoccupazione (13%) e delle pensioni (6%).